Volo di 300 metri, muore Merelli

L’alpinista bergamasco aveva scalato nove vette da 8 mila metri

BERGAMO

È precipitato in un canalone per circa trecento metri dopo che un masso al quale si era aggrappato ha ceduto all’improvviso. Così è morto ieri mattina Mario Merelli, 50 anni, sulle Prealpi orobie. L’alpinista bergamasco stava scendendo dalla cima della montagna, che aveva raggiunto intorno alle 6 di stamani, insieme all’amico Paolo Valoti, ex presidente del Cai di Bergamo. I due erano partiti ieri sera da Valbondione e dopo una sosta al rifugio Coca, avevano raggiunto il pizzo Scais, a oltre tremila metri di quota. L’incidente si è verificato alle 8 di sul versante valtellinese della montagna. Quando Merelli ha perso l’equilibrio ed è caduto dalla parete rocciosa si trovava dietro al compagno di cordata, che ha assistito alla scena. Valoti è sceso a verificare le condizioni di salute di Merelli, dopodichè ha chiamato i soccorsi.

Il personale del 118 ha recuperato il cadavere dell’alpinista con il verricello e lo ha trasferito alla base del Soccorso alpino di Valbondione. Appassionato di scalate fin da giovanissimo, dopo aver raggiunto le cime di tutti i monti più alti d'Europa, Merelli ha conquistato le vette di Marocco, Ecuador, Patagonia e una decina di Ottomila metri, tra cui l'Everest, scalato per ben due volte. La sua prima spedizione extraeuropea risale al 1989, sul monte Chimborazo, in Ecuador, insieme al padre Patrizio, una guida alpina, dal quale ha ereditato la passione per l'alpinismo. Nel 2001, per la prima volta, raggiunse la cima dell'Everest, dopo due spedizioni fallite a causa delle avversecondizioni meteorologiche.

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