Addio a 107 anni, vivrà nell’arte

E’ morta la baronessa Marcella Onesti Moschini: da bambina posò per Corcos, grande della pittura

di Adina Agugiaro

Era nata agli albori del ‘900, in tempo per «esserci» allo scoppio della Prima guerra mondiale. Era stata educata nel collegio delle suore francesi del Sacro Cuore, come generazioni di bambine della Padova- bene prima e dopo di lei.

Aveva sposato un rappresentante dell’aristocrazia padovana, frequentando con lui il Casino Pedrocchi, il più élitario della città; le feste eleganti, spesso a “tema”, in casa Emo Capodilista, Papafava dei Carraresi, Ferri de Lazara, Duse Masin, di San Bonifacio; aveva accolto gli ultimi re e regina d’Italia nelle loro visite patavine . Poi il tempo era trascorso, il mondo s’era rivoluzionato, a poco a poco gli amici ed i conoscenti se n’erano andati tutti. Ma lei era invecchiata lucida e forte nel suo bel palazzo nel cuore della città.

Se n’è andata in silenzio qualche giorno fa, in seguito ad una caduta che le è stata fatale, la baronessa Marcella Onesti nata Moschini; sfiorando di poco i 107 anni d’età.

Chi scrive ha avuto il piacere d’incontrarla ed intervistarla in occasione della mostra : «Il volto dell’800, da Canova a Modigliani» , che si era tenuta con grande successo nel 2010 a palazzo Zabarella. Era infatti lei la bambina che compariva nel grande ritratto di Vittorio Matteo Corcos «La famiglia Moschini»: con l’abitino bianco bordato di pizzi, la collanina preziosa al collo, assieme ai genitori ed ai fratelli. « I me bocoleti», aveva sorriso con civetteria, ritrovando le parole per descrivere quella bambina, che in lei non era mai andata perduta.

Rammentando come fosse stato ieri il rimprovero del maestro livornese quando, piena di curiosità, aveva trasgredito l’ordine di lui di non avvicinarsi alla tela, sino al compimento dell’opera ambientata sullo sfondo d’un mare non reale ma ispirato a quello di Castiglioncello.

Poi, quando il fotografo le aveva chiesto il permesso di scattarle una fotografia, aveva risposto con spumeggiante vanità: «Se l’avessi saputo mi sarei messa un po’ di cipria….pettinata meglio…».

Appassionata di ballo e rammentando quello dato in onore dei suoi cent’anni , aveva sospirato: «Solo una cosa ancora vorrei, poter danzare un ultimo tango».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova