Addio Vincenzo Morvillo, fu il “medico del popolo”

Partigiano, comunista, consigliere comunale, il dottore che curava tutti Martedì alle 11 la cerimonia funebre nel cortile di Palazzo Moroni

ARCELLA. E’ morto Vincenzo Morvillo, classe 1921, il medico. Martedì mattina (ore 11) nel cortile di palazzo Moroni la cerimonia di addio pubblico ad un personaggio che, a modo suo, ha cambiato (in meglio) Padova.

Nato a Treviso, cresce a Napoli e arriva in città da adolescente. Studia al liceo Tito Livio, ma soprattutto partecipa alla Resistenza. E’ un dirigente dei giovani comunisti. E Morivillo nella sua vita resterà comunista, sempre e comunque.Anche a dispetto dell’ortodossia di una Federazione provinciale che non ha mai ammesso critiche, voci dissonanti, rinnovamento e idee “movimentiste”.

Morvillo sposa Clara Doralice, partigiana anche lei e compagna per la vita. La coppia avrà tre figli: Antonino, Gabriella e Michele. E poi arriveranno anche due nipoti, Marta e Alice.

Vincenzo si era laureato in Medicina nel 1948. Volontario all’interno dell’ospedale civile, prima di diventare medico di base a Pontevigodarzere. Dottore del popolo, fedele a Ippocrate e insieme alla sua visione del mondo. Ha sempre curato tutti, senza distinzioni. E non ha più smesso di praticare il diritto alla salute. Già prima della riforma sanitaria, “figlia” anche di un comunista come Fulvio Palopoli votato ai beni collettivi.

Mai stanco di imparare, Morvillo si specializza inNeurologia e Psichiatria. Impegnato politicamente, viene eletto consigliere comunale a Padova e Vigodazere. E intanto continua a visitare pazienti, perché la sua è ormai diventata una “condotta” speciale.

Un po’ schivo di carattere, Morvillo preferiva fare il «medico del popolo» senza tanto clamore. E i suoi pazienti, vecchi e nuovi, ne hanno immediatamente riconosciuto l’inimitabile spessore umano. Tanto da restituirgli, anno dopo anno, la certezza di aver accudito al meglio fragilità e paure, trovato la terapia giusta che spesso non è solo la ricetta, saputo intercettare anche i dolori che non si manifestano fisicamente.

Il dottor Morvillo ha continuato così, anche dopo la pensione. In modo disinteressato non ha perso il contatto con i “suoi” pazienti. E insieme ha continuato ad essere comunista nei comportamenti, nello stile e nell’attenzione.

E’ stato anche un “nonno” partigiano delle nuove generazioni. Insomma, un salutare esempio di manifesto “ribelle” al mondo dei ricchi, dei potenti e degli ipocriti.

Con il «medico del popolo» se ne va un altro pezzo dell’anima della Padova migliore. A palazzo Moroni, per l’ultimo saluto a Vincenzo Morvillo sarà proprio il caso di alzare ancora il pugno chiuso verso il cielo...

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