«Aggredito in campo»: calciatore fa denuncia

La Procura apre un’inchiesta: il 19enne colpito alle spalle da un avversario è stato costretto a sottoporsi a due interventi alla mandibola fratturata
Soccer players kicking the ball simultaneously
Soccer players kicking the ball simultaneously

ABANO TERME. Il gioco di squadra è finito nel dimenticatoio. E dopo la violenza fisica, il botta e risposta ora è solo per via giudiziaria all’insegna di un calcio tra giovanissimi lontanissimo dal fairplay come, al contrario, dovrebbe essere. La procura di Padova ha aperto un’inchiesta sull’aggressione denunciata da un 19enne calciatore dell’Asd Giarre, M.F., da parte di un collega del team avversario, la Juvenilia Padova. Un’aggressione avvenuta a partita ormai chiusa con un 3 a 2 a vantaggio della Juvenilia, sodalizio storico con sede all’Arcella. Nonostante la vittoria – almeno secondo la denuncia presentata a due mesi dall’episodio – un atleta della squadra di Padova avrebbe sorpreso alle spalle il 19enne aponense, sferrando un pugno al volto «senza alcun preavviso e senza alcuna ragionevole spiegazione a me nota» scrive il giovane nella denuncia. Il risultato? La frattura della mandibola che ha costretto il ragazzo a due interventi chirurgici.

«Mi dispiace moltissimo quello che è accaduto... Quel giorno non c’ero e non voglio né posso entrare nel merito della vicenda» spiega il presidente del Giarre, Gabriele Levorin, «Noi facciamo del volontariato e la violenza è sempre inaccettabile nel calcio in generale. E soprattutto nelle nostre associazioni». Ora spetta all’autorità giudiziaria ricostruire quanto davvero è accaduto. E individuare le responsabilità sull’episodio che entrambe le società hanno cercato di tenere nella massima riservatezza. È il 23 aprile scorso, nel campo della parrocchia della Natività in via Bronzetti a Padova (nel quartiere Porta Trento) si è appena finito di giocare la partita del campionato Juniores tra il Giarre e la Juvenilia. Alle 17.45 il fischio finale e le fila si sparigliano: chi resta sul prato a far due chiacchiere, chi va verso la panchina dove c’è il mister e chi si dirige verso gli spogliatoi. È tra i ragazzi di quest’ultimo gruppo che accade il parapiglia preannunciato solo da alcune grida. Poi, a terra, finisce M.F.: «Non avevo fatto nulla all’aggressore... Non c’era stata lite o provocazione. Mi ha colpito alla sprovvista mentre camminavamo spalla a spalla, lui un po’ indietro in modo del tutto inaspettato». Nel referto l’arbitro ha scritto di non aver visto il momento dell’aggressione. L’allenatore del Giarre dell’epoca Stefano Babetto, che ora ha lasciato la panchina di mister per “la pensione”, ammette: «Avevo cercato di andare a parlare con i dirigenti della Juvenilia: uno diceva di non aver visto nulla, un altro ha evitato di affrontare la questione. E, invece, sono convinto che il tema della violenza in campo meriti un’attenta riflessione». In seguito all’episodio la Figc aveva deciso di squalificare aggressore e vittima per due giornate a testa.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova