Alberto che arrossisce le lacrime di Charlene la gran parata del jet set

Charlene raggiunge l’altare al braccio del padre A destra Mario Poletti Polegato e Anna Licia Balzan invitati alle nozze In basso il bacio di Alberto di Monaco alla sposa
D opo le nozze civili, quelle religiose. Puntuale, al braccio del padre, sulle note di «Celebration» di Paul Mc Cartney, alle cinque della sera Charlene Wittstock, già olimpica di nuoto sudafricana, 33 anni, è avanzata nel cortile di palazzo Grimaldi per raggiungere l'altare e dire sì al principe Alberto II di Monaco, 53 anni. Al termine del rito, i principi hanno attraversato le vie del principato tra due ali di cittadini sino alla cattedrale di Santa Devota, patrona di Monaco, al cui altare la nuova principessa ha deposto il bouquet. Infine, fastoso ricevimento nei saloni dell'Opera Garnier con menu mediterraneo del celebre chef francese Alain Ducasse e gran ballo. Sabato, ore 10 del mattino. «Qui a Monaco sta piovigginando», ci racconta al telefono Licia Balzan Moretti Polegato, console del Principato di Monaco per il Nordest. Molti di noi hanno seguito in tv la cerimonia che ha unito Charlene Lunette (che nome da operetta) al suo principe; ma "Madame Geox", da anni intima della famiglia monegasca, svela ai nostri lettori particolari noti a pochi privilegiati. «Gli sposi? Ho trovato Charlene più dolce del solito e molto dimagrita, come Caroline del resto. Alberto? Entusiasta. Mio ospite a Venezia un anno fa, prima dell'annuncio di fidanzamento, mi aveva confidato: "Licia, mi vedi alla mia età sposarmi e fare figli?" Perché no, gli ho risposto, convinta come lo sono sempre state anche le sorelle, specie Stephanie, che da lui s'è fatta proteggere sempre, come prima dal padre. Monseigneur invece, con le sue remore del matrimonio perfetto e il ricordo incancellabile della madre... Bene, ce l'abbiamo fatta». Che vestito ha indossato per le nozze civili, il console veneziano? «Venivo da Tel Aviv, dove avevamo resenziato ad un altro matrimonio nell'ambito della famiglia di Shimon Perez. C'è stato un problema di bagagli e mi sono messa l'abito di uno stilista israeliano: lungo, con un movimento sul fondo, nero a fiori corallo- fucsia, scollato dietro. Scarpe Geox con zeppa di camoscio e fasce in raso, disegnate dal nostro stilista, che proviene da Vuitton. Se stavo bene? Lo conferma un sms senza firma: "Ti ho vista con un bellissimo abito e un bellissimo sorriso. Bravò!"». Ironica e semplice, Annalicia ricorda un'altra veneta presente, l'ex padovana e ora monegasca Marina Grosoli in Makola color grigio perla a fiori granata; così come due altre invitate, una svizzera ed una francese, vestivano la griffe della stilista padovana. Le più chic? «Per me Farah Diba in abito e cappello azzurro polvere, davvero regale e poi Caroline, sempre così bella. Mentre la sposa, toltasi la giacca della cerimonia, era rimasta con l'abito in chiffon color dei suoi occhi a scollatura totale e due solitari alle orecchie». Il ricevimento? «Dalle 20 in poi eravamo circa 600, tra corpo diplomatico ed amici intimi, distribuiti sulle terrazze dell'Hermitage, da cui abbiamo assistito più tardi ad uno spettacolo di fantastici fuochi artificiali. Pranzo in piedi a buffet, con tavole a muro di sushi, paste italiane, specialità cinesi, prosciutti spagnoli, poi un risotto al tartufo ed un tavolo di dolci indimenticabile: con cestini bianchi di fragoline - bianco e rosso sono i colori del Principato - e una torta a cuore con confettini, da cui ciascuno staccava un pezzo-portafortuna. Ad un certo punto, terrore dei camerieri: era finito lo champagne Perrier sponsorizzato. C'erano ambasciatori da tutto il mondo e il Nunzio vaticano». A mezzanotte, come nelle favole, tutti a dormire per essere pimpanti il giorno successivo. Iniziato con la pioggia, dicevamo all'inizio... ma poi voltosi al bello per intercessione di S. Devota. Dalle prime ore del pomeriggio gli invitati erano cominciati ad affluire, da ultimi i grandi nomi della nobiltà e dell'establishment, che sfilavano infine sul red carpet matrimoniale: emiri e principi orientali, capi di stato africani & Angelino Alfano; Farah Diba in total verde pistacchio e Naomi in cappello a fiore sulle ventitré e miliardario russo al guinzaglio. Splendidi i principi delle terre del Nord, invecchiati Paola ed Alberto del Belgio, traffichini gli zar della moda Lagerfeld ed Arnault; rugosa e commossa Stephanie con bei figli, radiosa Caroline in rosa e bianco con Alexandra; strepitosi Charlotte con veletta e sguardo assassino, Andrea e Pierre con Beatrice Borromeo in verde chiaro. Sarkozy senza tight e lo sposo in divisa bianca dei carabinieri. Infine Charlene, che indossava un concept-abito di Armani: con piccolo gioco davanti per ammorbidirle le spalle e dietro, per far partire l'interminabile strascico. In testa un velo a nuvola, fiori nei capelli raccolti. Applausi, sorrisi, lacrime della sposa e le orecchie del principe rosse per l'emozione. E Licia? «Il dress code prevedeva: abito corto e cappello, io ho indossato un abito in pizzo grigio azzurro con leggera acconciatura in tinta». E vissero felici e contenti... «Un momento, domani (domenica ndr) le 13, attorno alla piscina di palazzo, ritrovo per gli intimi, per cominciare a far fuori gli avanzi. Si usa anche da noi, solo che invece di brunch si chiama reoltòn».
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