Alcatel-Lucent taglia la filiale
I 25 dipendenti della sede di via Longhin 103 della multinazionale Alcatel- Lucent, tra cui alcuni laureati e tanti diplomati, hanno sempre lavorato con passione. Ma come hanno comunicato i vertici francesi ai sindacati e al governo, rischiano di restare all’improvviso senza stipendio e senza lavoro: l’azienda ha deciso di tagliare, in Italia, 689 posti.
In pratica la multinazionale, con quartieri generali a Parigi e negli Usa, ha preparato un piano industriale per chiudere le sedi di Padova (unica per il Veneto), Firenze, Rieti, Napoli, Bari e Salerno-Battipaglia. Resterebbero operative le filiali di Trieste, Roma e Milano-Vimercate. Ieri mattina, negli uffici padovani, si è tenuta l’assemblea dei lavoratori, coordinata dal segretario della Fiom-Cgil Antonio Silvestri. E il delegato Luciano Pizzo ha comunicato ai colleghi gli esiti dell’incontro, che i vertici della multinazionale hanno avuto a Roma, al Ministero dello Sviluppo economico, alla presenza anche dei sindacati e del sottosegretario Claudio De Vincenti.
I presenti hanno spiegato anche tutta la storia che ha messo in crisi Alcatel Italia, dopo che la società cinese Huawei si è presa gran parte del mercato dell’azienda francese ed in seguito alla perdita delle commesse che Alcatel aveva con Wind e con Fastweeb.
«I 25 lavoratori padovani non possono e non devono perdere il posto di lavoro» ha detto Silvestri, «La sede non va chiusa. A questo punto bisogna individuare a tutti i costi le soluzioni sostenibili per la tenuta occupazionale anche dei lavoratori padovani e per il rilancio dell’azienda, specializzata da sempre nell’installazione degli impianti di telefonia di alto livello professionale. Purtroppo in Italia da decenni ormai non esiste una reale politica industriale in grado di coniugare occupazione e sviluppo». (f.pad.)
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