Allarme amianto al ristorante Mulata bruciato tre mesi fa

BRUSEGANA. «Va risolta con la massima urgenza la situazione di potenziale pericolo creatasi dopo il rogo del ristorante La Mulata dove ci sono delle coperture in amianto»: l’appello è del consigliere comunale del Partito democratico Gianni Berno a cui molti cittadini che abitano nel quartiere di Brusegana si sono rivolti per manifestare la loro preoccupazione. Il locale tra via Sette Martiri e via dei Colli, è chiuso dalla fine di maggio, quando un incendio lo ha praticamente raso al suolo. Le indagini sul rogo, di natura dolosa, sono state condotte dalla polizia che tuttavia non è riuscita a individuare il responsabile.
«Urge che la proprietà intervenga per rimuovere le coperture che risultano avere amianto e che rappresentano un pericolo per la cittadinanza» sottolinea Berno, «e ho quindi sollecitato in tal senso il Comune. Dalle informazioni che ho raccolto, appena successo il fatto c’era stato il sopralluogo dell’Arpav che ha aveva fatto un prelievo rilevando che la copertura del tetto conteneva amianto. Quindi il settore Ambiente del Comune ha avviato un procedimento il 21 giugno, invitando i proprietari a rimuovere le strutture. Gli stessi hanno chiesto una proroga e il 28 luglio l’ufficio Ambiente li avrebbe diffidati, dando loro 15 giorni per intervenire. Il termine è scaduto» fa notare il consigliere, «e ora il Settore sta preparando un’ordinanza. Mi auguro che la situazione venga quanto prima risolta. Non ci sono solo i residenti, ma anche le decine di persone che camminano e corrono lungo l’argine a cui la presenza dell’amianto potrebbe essere nociva. Non è possibile che la cosa rimanga in sospeso».
Da palazzo Moroni arriva la conferma che l’ordinanza sarebbe già pronta per la firma del sindaco massimo Bitonci. Da parte sua il proprietario dell’immobile, Gaetano Cretella, gestore della pizzeria Pago Pago in centro, fa sapere: «Fino a due settimane fa l’area era tutta sotto sequestro e non ci si poteva accedere, per via delle indagini in corso. Ora è stata recintata e ho già diversi preventivi per procedere ai lavori. Prima non era possibile intervenire altrimenti l’avrei fatto. Ho dovuto attendere i tempi delle indagini. Ora tutto sembra risolto e la bonifica verrà effettuata in tempi brevi».
«Quello che non si capisce» ritorna Berno, «è perché nonostante ci sia un rapporto dell’Arpav che denuncia la presenza di amianto, non vi sia alcuna indicazione intorno all’area e come sia stato possibile, visto il pericolo legato all’amianto, che l’area rimanesse in stato di abbandono per tutto questo tempo. I cittadini sono giustamente preoccupati. Per altro questa situazione dimostra ancora una volta l’utilità dei Comitati di quartiere che Bitonci ha cancellato, momenti di incontro e confronto dove le istanze dei residenti trovavano riscontro in maniera più veloce ed efficace».
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