Almeno Glazer ci avesse spiegato perché Così, sotto la pelle solo tanta noia

Sotto la pelle, nulla. Solo tanta noia. E anche il sesso, pochino e paradossale. Delude ampiamente “Under the skin” di Jonathan Glazer che almeno sulla carta aveva due pregi, la presenza di Scarlett...
British director Jonathan Glazer poses at a photocall for 'Under the Skin' during the 70th Venice Film Festival in Venice, Italy, 03 September 2013. The movie is presented in the official competition Venezia 70 of the festival that runs from 28 August to 07 September. ANSA/ETTORE FERRARI
British director Jonathan Glazer poses at a photocall for 'Under the Skin' during the 70th Venice Film Festival in Venice, Italy, 03 September 2013. The movie is presented in the official competition Venezia 70 of the festival that runs from 28 August to 07 September. ANSA/ETTORE FERRARI

Sotto la pelle, nulla. Solo tanta noia. E anche il sesso, pochino e paradossale. Delude ampiamente “Under the skin” di Jonathan Glazer che almeno sulla carta aveva due pregi, la presenza di Scarlett Johansson e una storia intrigante. Purtroppo la resa sullo schermo del romanzo fantascientifico di Michael Faber risulta piatta e priva di alcuna attrattiva, nonostante la bella presenza dell’aliena Scarlett, qui in versione nero diavolo. Con un inizio da video d’arte (commenti al vetriolo all’uscita: «hanno sbagliato Biennale. Doveva andare ai Giardini»), un’astronave intravista nella luce giunge sulla Terra lasciando alcuni alieni gibbosi in veste di veloci centauri e una più avvenente ragazzotta con sguardo da maliarda. Siamo in Scozia, tra Edimburgo e la brughiera più brumosa: l’aliena – piuttosto in carne, la Scarlett – circuisce giovanotti e solitari, li arrapa per bene in case isolate e, quando sono pronti e ben puntuti, li fa sprofondare in un liquido nero dove vengono scorticati, servendo da cibo ed energia per la pattuglia stellare.

Ma l’imprevisto accade e l’aliena diventa alienata cedendo alle lusinghe affettuose di uno scozzese. Che la accoglie e la ospita, ma al momento buono capisce che qualcosa non va. Nella scena più curiosa l’aliena balza giù dal letto, impugna l’abat-jour e cerca di far luce lì in mezzo per capire cosa dovrebbe avere là sotto che non ha.

Glazer, regista di spot pubblicitari e videoclip musicali, concepisce i film proprio come un video, in cui però la ripetitività a oltranza di solito è limitata nel tempo. Qui invece con i tempi diversi si arriva a una monotonia ciclica senza particolare charme - un nudo integrale di Scarlett e una musica hitchcockiana a parte, propinata acriticamente. Nulla si sa ad esempio del perché gli alieni siano scesi sulla terra. E cosa mette in crisi l’aliena? L’assenza di un senso in tutto il suo “mestiere”, l’aver condannato (e poi salvato) un povero sfigurato o le dolcezze dello scozzese più solitario di lei?

Stupisce non tanto l’inserimento in concorso del film, che potrebbe spiegarsi anche solo con la presenza di richiamo al Lido della diva aliena, quanto che qualche produttore abbia cacciato i soldi per una produzione internazionale del genere che, nonostante la star, farà un incasso da film amatoriale. Delle cinque stelline possibili “Under the skin” ne porta a casa con fatica una. Voto: *.

Michele Gottardi

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