Altri 7 presidi in pensione risparmio da un milione

Nel prossimo anno scolastico saranno 36 i dirigenti che reggeranno due istituti Sindacati sul piede di guerra: «Così si mettono a rischio qualità ed efficienza» 
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ISTITUTO RUZZA, NUOVI INSEGNANTI DI RUOLO.ANDREA BERGAMI
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ISTITUTO RUZZA, NUOVI INSEGNANTI DI RUOLO.ANDREA BERGAMI
Dal prossimo 1 settembre andranno in pensione altri sette presidi di altrettante scuole. Sono Maurizio Galeazzo dirigente attuale del liceo scientifico Ippolito Nievo (che a sua volta, aveva sostituito Maria Grazia Rubini un anno fa), la preside dell’istituto agrario Duca Degli Abruzzi Anna Bottaro, Giacomo Zanellato del Kennedy di Monselice, Ettore Antico dell’Ic di Casalserugo-Maserà, Umberto Rigato dell’istituto superiore Atestino di Este, Barbara Frizzi del liceo Ferrari di Este e, infine, l’ex preside dell’Ic Bruno Ciani di Torre-Mortise Nicoletta Cipolli.


Visto che il concorso per diventare dirigenti non è stato ancora bandito, anche i nuovi posti vacanti diventeranno sedi scolastiche che saranno assegnate, come reggenze, a presidi che sono già titolari in ruolo di altre scuole. In pratica le reggenze, a partire dal prossimo 1 settembre, passeranno da 29 a 36.


«Purtroppo non abbiamo alternative» osserva il provveditore Andrea Bergamo. «Dal momento che il concorso nazionale per i presidi non è stato ancora bandito, l’Ufficio Regionale non potrà fare altro che assegnare i nuovi posti vacanti come reggenze. D’altronde già l’anno scorso, nel Veneto, le reggenze erano 135 su 579 (percentuale del 23%) e, quasi ovunque, non hanno creato problemi».


Non la pensano allo stesso modo i sindacati del settore, ossia i rappresentanti di Cgil, Cisl ed Uil, Snals, Gilda e Cobas. «Già è difficile governare una scuola con mille studenti» osserva Carlo Salmaso, coordinatore dei Cobas e docente del Severi. «Amministrarne due, spesso con oltre 2000 ragazzi e con duecento docenti, diventa una mission impossible. Purtroppo lo Stato preferisce risparmiare e non puntare sulla qualità e sull’efficienza». Basta fare quattro conti per capire il senso dell’operazione reggenze. Un reggente all’amministrazione costa solo 500 euro lordi al mese. Vengono risparmiati per ogni preside reggente 25 mila euro all’anno se si tiene conto, naturalmente, anche dei contributi previdenziali ed assistenziali. Se si moltiplica 36 per 25.000 euro si nota subito che lo Stato, con le reggenze, nella sola provincia di Padova, risparmia circa 900 mila euro all’anno.


Intanto nelle settimane passate sono stati pubblicati on line i trasferimenti ottenuti dai docenti su un totale di 600 domande presentate. A febbraio si temeva un esodo massiccio di insegnanti da Padova al sud e, invece, i trasferimenti messi nero su bianco sono stati solo 120 (pari al 20%), compresi quelli che sono stati effettuati all’interno della provincia di Padova o, addirittura, all’interno del territorio comunale anche perché, da sempre, il docente ambisce a insegnare quanto più vicino alla sua casa. Chi non è riuscito ad ottenere il trasferimento, in alcuni casi, in alternativa, ha chiesto e ottenuto la cosiddetta assegnazione provvisoria solo per il prossimo anno scolastico.


Infine, in città, continua la pubblicazione on line o nella bacheca d’istituto dei risultati finali dell’Esame di Stato, secondo ciclo, edizione 2017. Dopo la pubblicazione dei tabelloni relativi ai 34 maturati all’Istituto Paritario Barbarigo (con un 100 e lode e un 100), sono stati messi in bacheca anche i risultati dell’Itc Antonio Magarotto, in via Cave, D’altronde i candidati sordi erano solo otto e sono stati tutti giudicati positivamente. Voto massimo 96.


Felice Paduano


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