"Anche io soffro e lotto contro il linfoma"

Ilaria Nizzardo, 25 anni, racconta la sua storia. Un tumore scoperto per caso: «Ho scritto a Giorgia, vorrei incontrarla»

PADOVA. Il viso dolce è da ragazzina, la voce argentina come l’acqua di un ruscello. Ma quando parla è un torrente in piena, che scende sicuro e irrefrenabile. Ilaria Nizzardo, 25 anni il 24 agosto, è una delle tante che si sono riconosciute nella storia di Giorgia Libero: finirà l’ultima chemio due giorni prima del compleanno e festeggerà con una allegra bandana in testa. «Compleanno e fine chemio, è già tutto organizzato», assicura.

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Da febbraio di quest’anno, anche Ilaria sta affrontando un linfoma non Hodgkin, il più tosto da superare: «L’ho scoperto per caso», racconta, «grazie ad un incidente stradale che mi ha salvato la vita. Detto così suona un po’ strano, ma è la verità: stavo attraversando la strada qui a Piove di Sacco, il mio paese, pioveva ed una macchina si è fermata per farmi passare. Ero sulle strisce pedonali, ma l’auto dietro a quella che si è fermata non ha capito cosa stava accadendo, ha tamponato e io sono finita a terra. Niente di troppo grave: quando mi hanno visitata pensavano ad una microfrattura. Nei giorni a seguire, però, continuavo ad avere male a entrambe le gambe. Così sono tornata in ospedale e dalla tac è venuto fuori che c’erano macchie sospette. Neoplasia maligna, disse. Un cancro, insomma. Mi è crollato il mondo addosso, ma mi sono detta: la vita ce l’ho tutta davanti, il sorriso non va perso».

Ilaria irradia positività: scherza, ride, racconta tutti gli aspetti più belli del suo ultimo periodo. L’affetto della migliore amica, Ilaria anche lei, che è rimasta «sempre accanto»; il sostegno del fidanzato Sebastiano, che ha già affrontato casi di tumore in famiglia e «non ha mai fatto pesare la malattia, nonostante tutti i suoi effetti devastanti»; poi ovviamente la famiglia, sempre presente: mamma Marisa, papà Luciano, la sorellina che ha solo 11 anni e «non ha mai pianto, mi ha sempre fatto forza», assicura la ragazza.

Anche per i medici, Ilaria ha solo parole di lode: «Il dottor Ruggeri è bravissimo e il dottor Marino è una persona speciale». Ma i momenti bui non sono mancati: le lacrime di dolore, la nausea, la stanchezza, l’esasperazione per le corse continue da una clinica all’altra, la frustrazione nel vedersi meno bella, privata dei capelli dalla chemio e gonfiata da dosi massicce di cortisone. «Ma passerà», dice Ilaria, «sono certa che starò bene e questo è l’importante. La malattia mi ha provata molto fisicamente, ma ora sono una persona più forte».

Lo è davvero, di una forza che sembra impossibile da piegare: «Questo tipo di tumore di solito viene agli anziani. Io sono giovane: il mio osso si riformerà per forza. Sono certa che andrà così», aggiunge. Ilaria è una delle tante coetanee che in questi giorni ha mandato a Giorgia un messaggio di sostegno. Non ha parlato di sé sui social network, di cui fa un uso parsimonioso, ma sa quanto il sostegno reciproco possa fare la differenza, nella dura battaglia contro il male. «Mi piacerebbe incontrarla: le ho scritto che la salita è durissima, ma quando arrivi in cima la vista è una meraviglia».

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