Cinquanta commercianti contro la zona rossa all’Arcella: «Non è il Bronx»
Sara Compagnin, ex pasionaria della Lega, guida una cinquantina di esercenti contrari: «Non serve militarizzare il quartiere». A favore Avruscio (Forza Italia): «Le divise non danno fastidio»

Ormai quasi tutti gli addetti ai lavori danno per scontato che la nuova zona rossa sarà istituita all’Arcella, in particolare nel tratto che va dal cavalcavia Borgomagno sino alla zona di San Carlo, dove c’è la galleria del Pam ed il Bingo Arcobaleno.
Tra i favorevoli all’istituzione dei controlli ad alto impatto c’è in prima fila anche il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, che peraltro abita all’Arcella già da un po’ di anni: «La zona rossa è un validissimo strumento di legalità – ha dichiarato sabato scorso all’inaugurazione della fiera Campionaria – E tra l’altro sono gli stessi cittadini e commercianti a chiederla».
E anche se sono tanti i commercianti, anche quelli di origine straniera, che si dichiarano favorevoli al pattugliamento costante dell’area più difficile del quartiere più grande della città, tra la sorpresa generale il fronte del centrodestra è tutt’altro che granitico.
A romperlo è proprio Sara Compagnin, l’ex pasionaria della Lega che, assieme alla madre Carla Tonello, gestisce lo storico negozio di abbigliamento ed intimo “l’Angolo della biancheria” in viale Arcella. Proprio Compagnin sta riunendo i commercianti della zona interessata per organizzare una conferenza stampa, durante la quale ufficializzerà che, in tutta l’Arcella, ci sono una cinquantina di negozianti totalmente contrari alla zona rossa targata Arcella.
Tra di loro anche numerosi commercianti che, anni addietro, si erano iscritti all’associazione da lei guidata: “Nuova Arcella”. «La zona rossa non è necessaria perché la realtà del nostro quartiere è la stessa che si trova da anni in tante altre città medio-grandi della Penisola – spiega la Compagnin – Non serve né militarizzare tutta l’area che va da Borgomagno a Pontevigodarzere, né creare altri inutili allarmismi, che potrebbero creare anche danni economici pesanti a tutti noi commercianti. L’Arcella non è il Bronx».
A proposito di zona rossa prende posizione anche Giampiero Avruscio, ex consigliere comunale e oggi segretario cittadino di Forza Italia: «In stazione ha avuto un effetto positivo – osserva il forzista – Non capisco la riluttanza verso la sua adozione in altre aree della città. Come se le divise potessero dare fastidio, invece che essere considerate come una deterrenza efficace verso la microcriminalità diffusa e concreto presidio territoriale a difesa di chi ha il sacrosanto diritto di sentirsi al sicuro in qualsiasi ora del giorno e della notte».
«Nella vita ideale quando si esce di casa si lascerebbe la porta aperta, in quella reale basta raccogliere l’esperienza di chi ha subito un furto nel proprio appartamento per capirne l’insicurezza, lo sconforto e il disagio che provocano nel tempo – conclude Avruscio – I sociologi scoprendo l’acqua calda, dicono che non basta ed è ovvio. Ma questo non giustifica che uscendo di casa dobbiamo lasciare la porta aperta».
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