Auto blu per viaggi privati, la verità dell’ex prefetto Messina al giudice

Il 19 giugno l’udienza preliminare dell’ex rappresentante del governo a Padova. Accusato di peculato, la Procura contesta 53 episodi per un danno erariale di 6.600 euro

Alice Ferretti
Francesco Messina in tribunale
Francesco Messina in tribunale

Ha parlato quasi due ore davanti al gup Laura Alcaro, l’ex prefetto di Padova Francesco Messina, accusato di peculato continuato per cinquantatre episodi relativi a un uso illegittimo, per interessi personali, della macchina di servizio e dei relativi autisti, talvolta chiamati anche quando erano in riposo «per scopi», è sempre l’ipotesi accusatoria, «non di servizio, con relativi costi a carico del Ministero dell’Interno per costi di carburante, pedaggio autostradale, indennità ordinarie e straordinarie e spese degli autisti».

Un danno erariale quantificato in 6.600 euro e già segnalato alla Corte dei Conti.

Secondo l’accusa, ossia il pubblico ministero Benedetto Roberti, che ha coordinato l’indagine, viaggi e trasferte che non avrebbero avuto nulla di istituzionale, talvolta con la compagna (l’attuale questore di Treviso Alessandra Simone che non è indagata, anche se il suo nome risulta negli atti), in netto contrasto con una serie di norme in base alle quali l’impiego dell’auto di servizio (almeno per quanto riguarda i prefetti) avviene nell’ambito della provincia di assegnazione per ragioni di natura esclusivamente istituzionale oppure al di fuori per necessità e dietro specifica autorizzazione del Ministero dell’Interno.

Per questo motivo il pm Roberti aveva chiesto per l’ex prefetto, rimasto a Padova per poco più di un anno, il rinvio a giudizio.

Il 19 giugno in aula, durante l’udienza preliminare, Messina, difeso dall’avvocato Alberto Berardi, ha spiegato le sue ragioni e il motivo per cui non avrebbe commesso alcun illecito. In particolare la Procura ha acquisito un dispositivo del Ministero dell’Interno che precisa come la figura del prefetto sia in servizio 24 ore su 24, e quindi abbia sempre bisogno che l’auto di servizio sia a disposizione.

Le cosiddette auto blu (cioè le Audi A3 dello Stato in dotazione alla questura e assegnate per servizio al prefetto con un poliziotto-autista), sono dotate di Telepass e, quanto all’uso, vengono periodicamente sottoposte a controllo da parte dell’Ufficio amministrativo della questura. Tale Ufficio verifica spese e percorsi.

Fin dall’insediamento del prefetto Messina, il 3 luglio 2023, i conti però non tornano. E così nascono i primi sospetti di possibili abusi anche attraverso la verifica dei tragitti registrati dal Telepass. E gli autisti, cambiati con una certa frequenza poiché spesso ritenuti non adeguati, rispondono che è il prefetto a chiedergli di andare in quei posti.

Il 17 luglio 2023 risulta che Messina si fa accompagnare con l’auto di servizio a Roma (sede del precedente incarico) per trasferire alcuni scatoloni a Padova in occasione del trasloco. Un viaggio che sarebbe stato replicato almeno un paio di volte. E questo non sarebbe l’unico episodio contestato.

Per almeno due mesi dal suo arrivo avrebbe raggiunto nei fine settimana la compagna, all’epoca questore di Savona. Il lunedì mattina, al rientro dalla Liguria, l’arrivo in treno alla stazione di Milano dove ad attenderlo c’era l’auto blu proveniente da Padova su sua esplicita richiesta per raggiungere il luogo di lavoro.

Non solo. Nell’agosto 2023 Messina richiama due autisti dalle ferie e ordina loro di andare a Milano per recuperare la sua Audi Q5 per il tagliando nell’officina Scarabel di Padova.

In auto blu il 16 agosto i due raggiungono il capoluogo lombardo e rientrano a Padova (alla guida rispettivamente uno dell’auto privata del prefetto, l’altro dell’Audi di servizio) mentre il 29 agosto svolgono il viaggio in senso inverso per la restituzione della macchina.

In quell’occasione che gli autisti-poliziotti gli consegnano anche quattro pass per il Gran Premio di Formula 1 all’autodromo di Monza, dove andrà l’1 settembre con la compagna e l’auto blu fatta arrivare a Milano. E altri episodi ancora.

Il gup deciderà se rinviare a giudizio o meno l’ex prefetto nella prossima udienza, il prossimo 23 ottobre.

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