Banca Popolare di Vicenza, chiuse le indagini

I pubblici ministeri hanno depositato il procedimento in Procura. Ci sono Zonin, Sorato e altri cinque più la stessa banca. Venti giorni agli inquisiti per presentare le memorie

VICENZA. I pubblici ministeri Gianni Pipeschi e Luigi Salvatori hanno chiuso le indagini preliminari nei confronti della Banca Popolare di Vicenza e di sette indagati e depositato il procedimento in Procura. Venti i giorni a disposizione degli indagati per presentare le memorie difensive.

Tra le ipotesi indicate l'aggiotaggio e l'ostacolo all'esercizio nelle attività di vigilanza.

Oltre mezzo milione di pagine suddivise in centro faldoni: sono gli atti che compongono l'inchiesta condotta dalla procura di Vicenza sulla Banca Popolare di Vicenza e che sono messi a disposizione delle parti a conclusione delle indagini. Nel tribunale berico sarà allestita una apposita sala per il deposito di tutto il materiale raccolto in questi mesi d'indagine e che potrà essere consultato, in particolare dai collegi della difesa.

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Tra qualche mese dovrebbe arrivare anche la conclusione delle indagini preliminari in relazione a capi d’accusa residuali. Il procuratore della Repubblica reggente di Vicenza, Orietta Canova ha rilevato che seguirà «in un lasso di tempo contenuto, che si confida non superiore ad alcuni mesi, la conclusione delle indagini preliminari in relazione a capi d'imputazione residuali, auspicabilmente in tempo utile per riunirne la trattazione». «Le ipotesi di bancarotta connesse con la liquidazione coatta amministrativa della Banca appartengono ad una futura analisi di consistenza del reato e, dunque, ad eventuali separate iniziative».

TUTTI I NOMI L'atto è stato noificato a sette persone fisiche più la Banca Popolare di Vicenza in liquidazione coatta amministrativa. I nomi sono: Gianni Zonin, ex presidente dell'istituto, Giuseppe Zigliotto in qualità di consigliere del cda per il finanziamento correlato all'acquisto di azioni Bpvi, Samuele Sorato ex direttore generale della banca, Andrea Piazzetta, vice direttore con responsabilità alla Divisione Finanza, Paolo Marin (finora mai iscritto a registro) in qualità di vice direttore per la divisione Crediti, Massimiliano Pellegrini che era il dirigente preposto alla firma dei bilanci. Mancano in questo avviso di comunicazione di chiusura indagini: Roberto Zuccato, Franco Miranda (iscritti come idndagati il 25 giugno 2006), Giovanna Dossena, ex consigliere del Cda indagata da settembre 2015 e Andrea Monorchio, ex consigliere il cui nome tra gli indagati è spuntato solo il 12 luglio 2017. Per loro è probabile, spiegano le nostre fonti, una richiesta di archiviazione.

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La Procura di Vicenza ha chiuso le indagini nei confronti dell'ex presidente della Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, dell'ex a.d e dg, Samuele Sorato e di altre cinque ex esponenti della banca anche in relazione all'ipotesi di reato di falso in prospetto, oltre che per i reati di aggiotaggio e ostacolo all'attività di vigilanza. Lo si legge nell'atto di chiusura indagini. Per questa fattispecie di reato non risulta indagata la banca in liquidazione. 

PADOAN «Ho già espresso con chiarezza il mio convinto sostegno affinché al danno provocato corrispondano sanzioni severe e adeguate alla responsabilità degli amministratori colpevoli del dissesto, strumenti sanzionatori severi sono peraltro già previsti dal nostro ordinamento, e il mio auspicio è che la magistratura e le autorità di vigilanza li applichino nel modo più rigoroso e severo possibile". Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, durante il Question time alla Camera, sulle iniziative volte alla tutela dei risparmiatori danneggiati da situazioni di dissesto bancario, nonchè a tutela dei livelli occupazionali.

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Il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta in aula della Camera durante votazioni pregiudiziali su decreto legge recante interventi urgenti per assicurare la parita' di trattamento nel settore creditizio, Roma 27 giugno 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI

«Per quanto riguarda il meccanismo di ristoro, la liquidazione delle banche venete è stata accompagnata da un rilevante supporto pubblico, proprio per limitare i danni alla comunità della Regione interessata dal dissesto«, ha aggiunto, «l’intervento del governo ha evitato che da un giorno all’altro migliaia di lavoratori rimanessero senza occupazione, ha consentito ai correntisti di non subire alcun danno, ha fatto salvi i diritti dei risparmiatori che hanno acquistato obbligazioni ordinarie« e «si prevede che l’eventuale fuoriuscita di personale avvenga esclusivamente su base volontaria.

M5S: FONDO VITTIME "Questa mattina, insieme ai colleghi senatori del M5S, abbiamo incontrato le associazioni dei risparmiatori colpiti dalla liquidazione di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. È stato un confronto intenso e proficuo che ci ha permesso di approfondire ancor più le esigenze dei risparmiatori». Lo annunciano il senatore M5S capogruppo al Senato, Enrico Cappelletti, e i senatori Laura Bottici, Alberto Airola, Giovanni Endrizzi, Gianni Girotto, Barbara Lezzi e Carlo Martelli.

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«Le richieste delle associazioni alla politica, in sostanza, sono due: un fondo vittime per risarcire i risparmiatori e un intervento per risolvere il tragico sotto organico delle procure venete. Il fondo risarcimenti è stato stimato dalle stesse associazioni in 2 miliardi di euro. La maggioranza a guida Pd ha proposto di legare i risarcimenti al recupero dei crediti deteriorati, ma è evidente che le decine di migliaia di piccoli risparmiatori truffati non possono aspettare così a lungo», continuano Cappelletti e colleghi.

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«Già durante la discussione del decreto alla Camera e con una mozione al Senato il M5S ha chiesto di allargare il perimetro dei risarcimenti e la possibilità di agire con più forza contro gli ex amministratori delle banche, ma la maggioranza ha alzato un muro per proteggere gli interessi di Intesa e dei vertici responsabili dei crac bancari», rilevano i Cinque Stelle.

«Abbiamo constatato una volta di più che i partiti sono legati a doppio filo alle banche. Ci sono responsabilità precise in capo a chi ha governato nel Nord-Est, Lega in testa, dobbiamo rompere il silenzio assordante dei veneti. I cittadini devono chiedere conto a questi soggetti che nella migliore delle ipotesi non sono in grado di difendere il territorio, mentre in altri casi tutelano questo sistema bancario marcio». Per i senatori pentastellati «il messaggio delle associazioni è chiaro: il decreto Salva banche non sarà di nessun aiuto ai risparmiatori truffati, anche perchè, oltre al mancato risarcimento, non agevola l’accertamento dei presunti reati consumati dagli ex amministratori delle due venete e non rafforza le prerogative dei giudici in caso di azione di responsabilità», concludono.

IL DECRETO AL SENATO Intanto nel pomeriggio è iniziata in Senato la discussione del ddl di conversione, con modificazioni, del decreto-legge sulla liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. 

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