Bimbo conteso di Cittadella, per la Procura nessun reato

Chiesta l'archiviazione del procedimento penale per cui era stato indagato anche il capo dei vigili. Ma la mamma del piccolo continua a opporsi

CITTADELLA. Nuovo confronto-scontro in un’aula del Palazzo di giustizia tra i genitori del bimbo conteso più famoso d’Italia suo malgrado, Leonardo, 10 anni appena, protagonista di un video che ha fatto il giro delle tivù nazionali quando, il 10 ottobre 2012, fu prelevato dalla scuola frequentata a Cittadella, in esecuzione di un provvedimento giudiziario, per essere affidato a una casa famiglia e riannodare i fili del rapporto anche con il padre. In seguito a quell’episodio la mamma denunciò i partecipanti al blitz.

E nel registro degli indagati sono finiti il papà del piccolo che è un avvocato, il consulente del tribunale dei minori Rubens De Nicola di Mestre, l’allora capo-settore dei Servizi sociali del Comune di Padova Lorenzo Panizzolo (oggi comandante della Polizia municipale della città del Santo), l’ispettrice capo-sezione dell’Ufficio minori della questura Nicoletta Bisello e la preside della scuola frequentata dal bambino Marina Zanon di San Giorgio in Bosco.

A tutti era stato contestato il reato di violenza privata e quello di lesioni (esclusa la preside). A quindici mesi dall’episodio, il pm Maria D’Arpa ha chiesto l’archiviazione del procedimento penale. E la mamma, tutelata dall’avvocato Girolamo Coffari, si è opposta sostenendo che sono state violate le indicazioni di un provvedimento della Corte d’Appello dei Minori di Venezia. Corte che aveva stabilito l’affidamento del piccolo al papà tramite il suo inserimento in una struttura protetta. Per farlo, i giudici ritenevano indispensabile un accordo fra i genitori: se non fosse stato possibile, come ultima soluzione era stato ammesso il ricorso alla forza pubblica purché nel rispetto dei criteri di necessità, discrezione e adeguatezza.

Criteri violati per la madre, non a detta del pm che ha ricostruito l’accaduto insistendo sulle difficoltà di eseguire quell’intervento fonte di tanto clamore, di certo poco utile a Leonardo. Il piccolo si era ribellato al prelevamento, lottando e scalciando mentre il padre l'aveva portato di peso a bordo della vettura della questura con la collaborazione di poliziotti, personale dei servizi sociali e del consulente, fra urla e pianti dei parenti della mamma. La sera il video-choc girato dalla zia materna era finito in onda nella popolare trasmissione di RaiTre «Chi l'ha visto?», scatendo polemiche. Oggi il bambino è afffidato al padre e può vedere la mamma. Ora la parola passa al gip Domenica Gambardella che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di archiviare o meno l’inchiesta.

Argomenti:bimbo conteso

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova