Bocca di Rosa a Padova, il quartiere si mobilita per Pamela

I carabinieri arrestano il marito protettore. Ma in via Fornaci, tra Torre e Ponte di Brenta, i vicini li difendono: «Due brave persone»

Un mestiere mai nascosto, anzi ammesso con naturalezza: la prostituta. Tanto da averlo “tramandato” alla figlia ventenne, Chica. Pamela, nome anagrafico e “d’arte”, esercita da vent'anni in via Fornaci 15, tra Ponte di Brenta e Torre. Il marito, Zoltan Fornitos ungherese di 50 anni, le faceva da “protettore” e per questo è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Padova: favoreggiamento della prostituzione. Mercoledì, i militari, hanno raccolto la testimonianza di un cliente della provincia di Venezia, che ha confessato di aver consumato con la signora (50 euro all’ora la tariffa) e aver poi pagato al marito. Ora Fornitos rischia guai seri, anche perché potrebbero essere altre le donne che si prostituivano a casa sua.

Pare che a dare il «la» all’operazione delle forze dell’ordine siano state le segnalazioni dei vicini di casa. Tuttavia, a sentire le voci delle case vicine, Pamela era, prima che professionista del sesso, una “brava tosa”, altruista e disponibile, educata con tutti, mai una parola fuori posto o rumori molesti filtrati da casa. In quartiere il suo nome è associato al mestiere più antico del mondo, tanto che nessuno si stupiva quando Zoltan, il marito ed ex campione di boxe, la presentava come «mia moglie, di professione prostituta».

Lei, quarancinquenne, abitava lì da vent’anni: stessa strada, appena un civico tra la prima abitazione e la seconda, intestata alla figlia. Quando, dopo il trasloco, avevano dipinto il numero civico (il 15) in più formati e colori, tutti giganti, per assicurarne la visibilità a chi veniva da fuori, nessuno si era sorpreso o scandalizzato. Nemmeno le scritte d’amore, forse di qualche estimatore o cliente particolarmente soddisfatto (ma i vicini assicurano fossero una dichiarazione del marito) hanno meravigliato chi per decenni ha condiviso il vicinato con Pamela. «Non posso dire nulla di male», assicura Oscar, anziano confinante, «certo che avevo capito il suo mestiere, ma non per questo posso dire sia una cattiva donna». Un’altra nonnina, questa volta dirimpettaia racconta quanto fosse gentile la signora “bollente”: «Quando è caduto mio marito, infermo, sono stati proprio loro ad aiutarmi a metterlo seduto in poltrona». Pare, dal racconto dei vicini, che i clienti fossero piuttosto anziani e anche diminuiti negli ultimi tempi. «Una volta gli hanno pure tagliato la luce», c’è chi ricorda. In via Fornaci sono rimasti pochi italiani, ma le casette vengono ristrutturate con garbo da numerose famiglie rumene. Alcune con bimbi piccoli in casa.

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