Calvi, una classe “illegale” E scoppia la protesta

Gli insegnanti ci sono, gli allievi anche: manca però il placet del Provveditorato secondo cui la scuola dovrebbe avere 49 sezioni e non 50 come è nei fatti
12 settembre 2005 ..Primo giorno di scuola , Calvi ..(SALMASO) 12 settembre 2005 ..Primo giorno di scuola ,licei..(SALMASO)
12 settembre 2005 ..Primo giorno di scuola , Calvi ..(SALMASO) 12 settembre 2005 ..Primo giorno di scuola ,licei..(SALMASO)

«Aule vuote e classi stracolme, così vuole la Provincia». La vibrata protesta arriva dall’istituto Calvi, in via Santa Chiara, dove dall’inizio di quest’anno una classe è rimasta “sospesa”. Gli allievi ci sono, gli insegnanti anche. Ciò che manca è il placet del Provveditorato, secondo cui la scuola dovrebbe avere 49 classi e non 50, come nei fatti è. «Se dovessimo trovarci obbligati al smembrare la cinquantesima classe» spiega la vicepreside, Monica Grigio, «dovremmo distribuire gli allievi dividendoli tra altre sezioni, arrivando a classi da 31 o 32 studenti. Un numero illegale, considerando il rapporto tra cubatura e alunni, e anche paradossale, perché avremmo classi sovraccariche a fronte di un’aula inutilizzata senza motivo».

Il pasticcio è nato lo scorso anno, quando la Provincia, nella persona dell’assessore Mirko Patron, decide che quest’anno il Calvi avrebbe avuto meno iscritti. Alla preside dell’istituto viene quindi intimato di “restituire” le due aule della succursale, ospitata in via Sanmicheli dall’Istituto Ruzza. La proiezione, presumibilmente basata sulle preiscrizioni, si rivela però errata: dopo gli scrutini finali, alla luce anche dei conti fra promossi e bocciati, la scuola comunica all’istituzione che, anche per quest’anno, avrebbe mantenuto tutte e le 50 classi. Nello specifico, erano previste 10 nuove prime. Dato che le aule, però, non c’erano più, il Consiglio d’Istituto fa da sé, ricavando due aule aggiuntive nella sede principale. Sull’utilizzo degli spazi arriva anche l’autorizzazione del settore competente, con firma dell’assessore provinciale all’edilizia scolastica Gilberto Bonetto.

Problema risolto? «Niente affatto» continua il professor Nereo Tiso «perché nonostante la scuola si fosse ben organizzata, il provveditorato continuava a sospendere l’autorizzazione ad istituire le classi, con un comportamento incomprensibile ai genitori e ai docenti». Dalla scuola sono state inviate diverse richieste di chiarimenti: prima a luglio, poi in agosto, e ancora a settembre. Ma dal provveditore di Padova, Paolo Jacolino, nessuna risposta. L’unico riscontro pervenuto è stata una lettera «così vaga che sembra parli di tutt’altro». Intanto è arrivato settembre, la scuola ha riaperto e le lezioni sono iniziate. Anche per la classe “abusiva”, ancora in attesa della formale autorizzazione. Rimane un punto interrogativo sull’atteggiamento della Provincia e del Provveditorato: «le classi ci sono, facciamo lezione e garantiamo il diritto allo studio» puntualizza il prof. Tiso. I genitori non sono ancora stati messi al corrente: «non volevamo creare allarmismo» specificano gli insegnanti «ma li incontreremo giovedì, perché la situazione non si sblocca ed hanno diritto ad esserne messi al corrente».

Silvia Quaranta

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