Cameriere in prova ruba il Rolex al collega Lo ritrova la polizia

CENTRO. «L’avevamo accolto per fare una prova come cameriere, invece mi ha rubato il Rolex e poi è sparito». Quella di Marco Violato, 42 anni, fino a qualche giorno fa maître del ristorante “Pazzi della Scena” di riviera dei Mugnai, è la storia di un furto. Un furto con lieto fine. Un furto con lieto fine e ringraziamento speciale. «Questo era l’orologio che mia moglie mi ha regalato quando è nato mio figlio. E me l’ha ritrovato la polizia», dice raggiante alzando il suo Datejust come fosse un trofeo.
il furto
Dunque martedì 8 gennaio, di buon mattino, si presenta questo Mauro nel ristorante aperto all’ex American Bar. Dice di cercare lavoro come cameriere. Decidono di provarlo. «Verso mezzogiorno mi sono messo a sistemare il bancone e quindi mi sono tolto l’orologio. Sono sceso in cantina un attimo, risalgo. Sparito Mauro il cameriere. Mi giro verso il bancone, sparito pure il mio orologio».
le ricerche
Con le poche informazioni che aveva Marco Violato si è subito messo alla ricerca di quell’individuo e, soprattutto, del suo orologio. «Mi aveva detto che dormiva all’hotel Arcella, quindi sono andato là» racconta. «Però nel frattempo ho chiamato anche la polizia». Grazie ai cedolini dell’albergo i poliziotti risalgono a un nome e un cognome. Attivano le ricerche in città. «Quei due angeli in divisa mi fanno una promessa» racconta Violato quasi commosso. «Mi dicono: stai tranquillo, l’orologio te lo ritroviamo».
lieto fine
Passano due giorni e Marco Violato inizia a pensare che sì, le ricerche le avranno anche fatte ma con tutte le emergenze che ci sono a Padova il suo orologio di certo non sarà in cima alla lista. «E invece no» dice con gli occhi che si illuminano. «Quei poliziotti non solo hanno trovato il ladro ma anche il mio orologio, che nel frattempo era già stato venduto a un orefice per mille euro (anche se ne vale 4 mila). Io voglio dire grazie alla polizia che ci ha messo il massimo dell’impegno per ritrovare un oggetto speciale non tanto per il suo valore ma per tutto l’amore che si porta in dote». —
Enrico Ferro
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