Cavalla da monta mai restituita riporta in tribunale Walter Onichini

LEGNARO. Una cavalla di razza Quarter Horse, “Vanilla Pride”, che gli era stata affidata nel dicembre del 2015 dal proprietario per farla montare, ma che non avrebbe restituito, presentando (nel gennaio del 2016) una falsa dichiarazione di vendita dell’animale a favore dell’azienda agricola SW di Sara Scolaro, sua compagna, in questo modo traendo in inganno il pubblico ufficiale addetto alla tenuta dei registri dell’anagrafe degli equidi. È questa l’accusa che ha riportato in un’aula del Tribunale di Venezia Walter Onichini, il 38enne macellaio da poco trasferito a Camponogara, già alla ribalta delle cronache per essere stato condannato dalla Corte d’Appello di Venezia a 4 anni e 11 mesi di reclusione per tentato omicidio, per aver sparato al ladro che gli aveva razziato casa a Legnaro, quand’era già in fuga in giardino, per poi averlo caricato in auto e lasciarlo ferito ai margini della strada, qualche chilometro oltre. Mentre si attende che la Corte depositi le motivazioni della sentenza e il seguente ricorso in Cassazione dei legali della difesa - il macellaio ha sempre sostenuto si sia trattato di legittima difesa, essendosi svegliato nella notte e temendo per la sicurezza della figlia - il pubblico ministero Stefano Buccini ha mosso questa nuova contestazione a Onichini.
Doppia accusa che ieri si è ridimensionata in aula, quando i difensori - che contestano l’intero quadro accusatorio - hanno prodotto la revoca della querela da parte del proprietario della cavalla. Caduta così l’accusa di appropriazione, è rimasta al momento in piedi quella di false dichiarazioni al pubblico ufficiale del Registro dell’anagrafe degli equidi. Nuova udienza a febbraio . —
R.D.R.
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