C’è anche un monselicense fra i 17 indagati per l’evasione di 6 milioni con i carburanti

Nel mirino della Finanza l’imprenditore Michele Piva. Arrestato l’abruzzese a capo dell’organizzazione, sequestrata la sua villa



MONSELICE. «È semplice scoprire quali sono le società serie e quali invece non lo sono. Queste ultime si sciolgono come meduse al sole». Da questa intercettazione dei militari della Guardia di Finanza di Padova, avvenuta tra due soggetti coinvolti nella frode, prende il nome un’indagine complessa che si sviluppa tra il Nord e il Centro Italia e che ha portato all’arresto di un imprenditore di Teramo per una frode di 6 milioni di euro nel settore del commercio dei carburanti per autotrazione, al sequestro di una villa lussuosa, e a 17 persone indagate nelle province di Padova, Venezia, Roma, Milano, Pescara, Teramo, Chieti, Bari e Salerno, tra cui figura un imprenditore di Monselice. Si chiama appunto “Meduse al sole”, ed è coordinata dalla Procura della Repubblica di Padova. Grazie ad una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali i finanzieri hanno individuato un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di “frodi carosello” nel settore del commercio dei carburanti. In pratica venivano create delle società “filtro” e “cartiere” incaricate, queste ultime, di emettere false dichiarazioni d’intento nei confronti di depositi commerciali con qualifica di “destinatario registrato” nonché fatture per operazioni inesistenti nei confronti di “società filtro”. Un sistema che ha consentito a 8 società “cartiere”, con sedi a Roma, Capua, Sabaudia e Chieti, facenti capo all’organizzazione criminale e appositamente costituite e cessate dopo pochi mesi di attività, di omettere il versamento di quasi 6 milioni di euro di Iva dovuta, in relazione al commercio di oltre 30 milioni di litri di carburanti.

Carburanti acquistati in soli dieci mesi da depositi comunitari che hanno sede in Slovenia e in Croazia. Una volta immesso in consumo nel territorio nazionale, il carburante veniva destinato alla rete di distributori delle cosiddette “pompe bianche”. L’operazione ha portato a 17 persone indagate, tra cui Michele Piva, titolare del deposito di carburante Piva Imone Carburante Srl di Monselice e sottoposto alle perquisizioni dei finanzieri, e all’emergere di decine di società coinvolte nei traffici illeciti realizzati dall’organizzazione, che si è avvalsa di prestanome per la formale intestazione delle società “filtro” e “cartiere” nonché delle prestazioni di nazionalizzazione dei prodotti di origine comunitaria rese da compiacenti depositi commerciali di prodotti petroliferi.

Per quanto riguarda le imprese del territorio potrebbe a riguardo finire nei guai anche Loris Rossato, ex assessore al Bilancio e alle Attività produttive di Monselice, al momento non indagato ma che teneva la sede di un’impresa padovana “filtro” nel suo studio professionale di Monselice, spostato il 28 novembre, dopo il servizio di denuncia di Report, in un ufficio virtuale a Milano.

A capo dell’organizzazione criminale invece c’era Gabriele Morricone, teramano, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere, al quale sono state sequestrate una lussuosa villa, con piscina e annesse scuderie, nella provincia di Teramo del valore stimato in oltre un milione di euro, saldi di conto corrente e di beni mobili, tra cui tre auto, orologi Rolex, gioielli e numerosi apparati informatici e cellulari. —

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova