Chiusa l’aula studio di via Jappelli, gli studenti: «La gestione del Bo è inadeguata»

L’unica alternativa in zona resta il Pollaio, spazio autogestito dagli studenti. Non ancora pronti l’Hub di ingegneria in fiera e l’ex Fusinato. La rabbia dell’Udu: problemi idraulici e uno spazio da 184 posti viene meno in piena sessione estiva

L'aula studio di via Jappelli chiusa
L'aula studio di via Jappelli chiusa

Scoppia la fognatura nel sotterraneo dell’aula studio di via Jappelli a Padova. Chiusura a tempo indeterminato e grandi proteste degli studenti, innervositi anche dal fatto che siamo in piena sessione estiva di esami. E l’Udu parte all’attacco della governance del Bo: «Un ateneo che continua a provare a crescere non può fallire nel rispondere alle esigenze più essenziali dei suoi studenti», è l’accusa.

La Jappelli chiusa

Dopo una lunga chiusura durante la sessione invernale, l’aula studio Jappelli era stata riaperta fino alla cessione del contratto prevista per il 14 agosto. In questo modo si garantivano le 184 postazioni per studiare per la sessione estiva, in attesa dei nuovi spazi dell’hub di Ingegneria in Fiera e dell’ex Fusinato.

Recentemente però la chiusura era stata anticipata al 15 luglio, vale a dire quattro giorni prima della fine della sessione estiva. Venerdì 20 giugno poi l’aula studio è stata chiusa per problemi idraulici.

«Diversi studenti, assenti per la pausa pranzo o per un caffè, hanno rischiato di trovare il proprio materiale e i loro effetti personali chiusi all’interno dell’aula, senza alcuna possibilità di recuperarli – denuncia l’Udu – Un’azione che dimostra un totale disinteresse per le condizioni di studio degli studenti, sfrattati dal proprio luogo di studio senza che vi siano altri spazi disponibili e senza avviso».

Era poi apparso un cartello che annunciava la riapertura dell’aula studio per martedì 23 giugno. Ma martedì scorso gli studenti che speravano di poter tornare a studiare hanno trovato affisso sulla porta un cartello che annunciava la chiusura definitiva dello spazio: «Nessun preavviso, nessuna comunicazione sui canali ufficiali, nessuna alternativa proposta», è la denuncia.

Pollaio unica alternativa

L’unica alternativa in zona resta l’aula studio Pollaio, che è autogestita dagli studenti: «A fronte della richiesta di soluzioni concrete, l’ateneo rivela ancora troppo spesso un’inadempienza e superficialità nel soddisfare le esigenze di una comunità studentesca in crescita – afferma il comitato di autogestione del Pollaio – Crediamo che le modalità con le quali l’università ha gestito e comunicato la chiusura dell’aula Jappelli rappresentino un grave precedente per la garanzia del diritto allo studio del nostro ateneo».

Le critiche dell’Udu

«Un’università che mira a crescere di numero e importanza non può dimenticarsi delle esigenze quotidiane dei suoi studenti. Non basta investire in plessi futuristici», spiega Giada Aureli dell’Udu. «Nonostante la totale mancanza di preavviso da parte dell’ateneo, ci siamo immediatamente attivati per chiedere l’apertura di nuovi spazi studio già in settimana, a partire dalle aule in via Bassi che quanto meno dovranno garantire gli stessi orari della Jappelli». —

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