Coronavirus Padova, altre cinque vittime domenica 5 aprile: i volti e le loro storie

PADOVA. A dolore si aggiunge nuovo dolore, all’arida contabilità pubblica delle morti per coronavirus si aggiungono i numeri che sfuggono alla casistica ufficiale. Altri cinque decessi sono stati registrati domenica 5 aprile in provincia di Padova, quattro nelle strutture pubbliche, uno in casa. Ma ci sono altri numeri che possono restituire una speranza, non poi così debole. E riguardano gli accessi alla terapia intensiva del Covid-hospital di Schiavonia (domenica un solo caso rispetto sabato) e il numero di pazienti dimessi salito a sei.
Si continua a morire alla casa di riposo Scarmignan di Merlara, dove ieri è stata registrato il decesso di Dina Boscarollo: nella drammatica conta si tratta della vittima numero 24 nella struttura in appena tre settimane di emergenza. Intanto il contagio si estende nei centri per anziani di tutta la provincia, dalla Bassa all’Alta.

Due i decessi che hanno funestato anche ieri il Covid-hospital di Schiavonia. Si tratta di due anziani residenti nell’Alta. Umberto Pontarolo, di Galliera Veneta, nei suoi 79 anni ne aveva passate tante.

Orfano a quattro anni e ultimo di otto figli era riuscito a mettere in piedi una piccola azienda che si occupava di semirimorchi per il trasporto del bestiame. Ma ha dovuto arrendersi al coronavirus.
Come è accaduto a Ferdinando Trivellato, 86enne, di Camposampiero, la cui salute era già compromessa e a Schiavonia è giunto direttamente dall’ospedale di Camposampiero.

La moglie è tuttora ricoverata a Padova. Per entrambe le vittime la solitudine dell’ultimo viaggio e la straziante impotenza dei parenti impossibilitati a dare loro l’ultima carezza.
In ospedale, ma a Camposampiero, si è spento invece sabato pomeriggio, Ulderico Ruffato, 81 anni, risultato positivo al test. Era ricoverato da quasi due mesi per la rottura del femore e da tempo lottava contro un tumore. Il Covid-19 gli tolto ogni difesa.

È morto pochi giorni dopo essere risultato positivo al test Giovanni Rizzo, 91 anni, di Villa del Conte.
Era molto conosciuto in paese in quanto, per tutta la vita, ha fatto il cuoco dei matrimoni quando i banchetti si tenevano nelle grandi aie delle case contadine.

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