Da gennaio a oggi 213 lucciole censite: ll quartiere a luci rosse è la zona industriale

L’associazione Mimosa studia il fenomeno. Nel 2007 Padova era la capitale del sesso .

PADOVA.


Lo scorso anno le ragazze contattate sulla strada dall’associazione Mimosa sono state complessivamente 317, quest’anno siamo a quota 213. «Mancano ancora tre mesi alla fine dell’anno ma il calo c’è ed è sostanziale», spiega Barbara Maculan, responsabile dell’associazione che dal 1996 lavora sul fronte dell’aiuto e dell’integrazione delle prostitute. Un calo contestuale a quello degli sbarchi sulle coste della Sicilia, secondo i responsabili dell’associazione. Certo è che Padova è ben lontana dai numeri che dieci anni fa ne facevano la capitale del Nordest del sesso a pagamento.

«Nel 2007 arrivammo a prendere contatto con 500 ragazze. Oggi, invece, Vicenza pur essendo molto più piccola ha superato Padova in questa triste classifica», continua Maculan.

Il lavoro degli psicologi e dei volontari dell’associazione Mimosa, in un primo momento, è quello di prendere contatto con le donne costrette a prostituirsi. Escono di notte, provano a parlarci, a capire se c’è margine per avviare la seconda fase, quella dell’aiuto vero e proprio per uscire dal giro. Barbara Maculan e i suoi collaboratori sono dunque la fonte più attendibile per avere un ordine di grandezza del fenomeno.

Le 213 donne contattate da gennaio a settembre sono state anche localizzate nei quartieri cittadini: 52 all’Arcella, 25 in Fiera, 114 in zona industriale e 21 a Limena (che è un altro Comune ma viene considerato da Mimosa parte della città).

A Padova fu l’allora sindaco Flavio Zanonato a istituire la mega multa da 500 euro per chi veniva sorpreso con qualche lucciola. Da quel momento in poi, anche grazie a questo, è iniziata una flessione costante che porta dritta fino ai numeri di oggi. C’è poi il fenomeno della prostituzione “indoor”, come lo definiscono gli operatori di Mimosa. Un sommerso difficile da quantificare. «Nessuno in Italia può sapere con precisione i numeri della prostituzione indoor. Essendo invisibile è quasi impossibile intervenire e fare un monitoraggio della situazione» spiega Maculan. «L’unica speranza è che qualcuno venga a denunciare una situazione di disagio». —




 

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