Dal sonno alla morte, stroncato a 19 anni

PADOVA Doveva essere la prima notte insieme nella cameretta della casa nuova, è diventata purtroppo un incubo che non avrà una fine. Perché Luca Marchi, 19 anni appena, ieri mattina non si è svegliato e non si sveglierà mai più. È morto sul letto della fidanzata che ora si dispera senza trovare una risposta ai suoi “perché”. Due famiglie distrutte, un caso di priorità assoluta per Medicina legale.
Dal sonno alla morte a 19 anni. Non c’è una spiegazione per questa tragedia. Ci sono solo i racconti strazianti degli incolpevoli testimoni. C’è Giulia, anche lei diciannovenne, che domenica notte si è rimboccata le coperte elettrizzata per il trasferimento nella nuova casa all’Arcella. Una villetta ordinata a due piani, con un terrazzo al primo e un piccolo giardino. Dopo una giornata trascorsa a fare il trasloco con i genitori ha chiesto che Luca, che invece abita con la famiglia a Torre, rimanesse lì con lei per la notte.
Il silenzio di un grigio lunedì mattina di fine novembre è stato spezzato dalle grida di una ragazza che ha sperato fino all’ultimo che si trattasse di uno scherzo. Giulia si è svegliata poco dopo le 7 e ha provato a scuotere Luca. La nuova casa si trova in una piccola diramazione interna di via Selvatico. Lì ieri mattina è accorsa un’ambulanza con un medico rianimatore e un pool di infermieri con il defibrillatore. Ma nonostante il massaggio cardiaco e le punture di adrenalina il giovane è rimasto fermo a letto senza mai muoversi nemmeno di un millimetro. Chi gli aveva dato ospitalità per la notte ha atteso fino all’ultimo momento, con le lacrime agli occhi e le gambe che non si reggono.
Le urla della giovane sono state soffocate dal lento ma inesorabile pellegrinaggio di uomini in divisa. Prima il 118 e subito dopo la polizia. Quando la morte presenta simili conti si pensa sempre che la causa sia un vizio, una debolezza, uno di quei peccati di gioventù che possono costare caro. Gli agenti della Questura di Padova ci hanno messo tutta l’attenzione del mondo mentre osservavano la cameretta ancora spoglia con i comodini appena sistemati. Hanno cercato dappertutto qualcosa che potesse dare una spiegazione, anche triste ma pur sempre una spiegazione. Invece no. Non c’era nulla di ambiguo in quella stanza. Nessuna traccia di droga o di altre sostanze in grado di fiaccare il cuore di un ragazzo così giovane. Però una risposta bisogna darla. Se lo aspettano i genitori e se lo aspetta Giulia, tramortita dal peso di un lutto al momento inspiegabile.
«Mio fratello era sano, faceva sport e aveva una vita normalissima» dice Thomas, 28 anni, fratello di Luca, mentre imbocca il viale d’ingresso del condominio di via Luxardo. Lo sorregge la fidanzata che non riesce a nascondere gli occhi incorniciati dal rossore del pianto. «Anche i medici ci hanno detto che non sanno come spiegarselo. Non abbiamo la forza di avanzare ipotesi, attendiamo solo di sapere l’esito dell’autopsia». Mamma Lucia invece non riesce nemmeno a parlare. Quel “ciao mamma, ci vediamo domani” continua a rimbombarle in testa senza fine.
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