Di amianto si muore ancora: «Abbandonati da Stato e Regione»
Di amianto si muore ancora. Negli ultimi mesi altri due decessi tra le ex tute blu delle Officine Meccaniche Stanga, l’azienda che fabbricava treni, gestita dal Gruppo Firema, chiusa nel 2003 in...
Di amianto si muore ancora. Negli ultimi mesi altri due decessi tra le ex tute blu delle Officine Meccaniche Stanga, l’azienda che fabbricava treni, gestita dal Gruppo Firema, chiusa nel 2003 in Corso Stati Uniti. E così i morti per mesotelioma pleurico ed asbestosi della Stanga sono arrivati a 120 (solo nel 1992 fu stabilito per legge che non si poteva trattare l’amianto a mani nude). Per onorare la memoria di tutti i compagni di fabbrica oggi, alle 18.30, 150 ex dipendenti delle Officine Stanga e delle Officine di Cittadella partecipano ad una messa nella chiesa di Salboro. Dopo i presenti si trasferiranno sotto il capannone limitrofo della locale Festa dello Sport, dove ceneranno assieme. Coordinatore dell’iniziativa è Tony Testolina, ex delegato Fiom-Cgil, assieme agli ex compagni di fabbrica Candido Salvato, Erminio Lunardi, Franco Lazzarini ed in collaborazione con l’associazione Bepi Ferro, l’icona della classe operaia padovana, deceduto anche lui per mesotelioma pleurico. Saranno presenti anche l’avvocato Giancarlo Moro, Anna Bilato, ex dirigente dell’Inca, Alessandro Chiavelli, segretario dello Spi, e Rosanna Tosato, coordinatrice dell’associazione Ferro. «Non sarà una festa, ma un momento importante per stare qualche ora assieme e ricordare tutte le problematiche irrisolte per quanto riguarda i morti che, purtroppo, conteremo almeno fino al 2022, trent’anni dopo la legge del 1992», spiega Testolina. «Recentemente ad altri quattro ex compagni sono state riscontrate le placche pleuriche. Anni addietro, attraverso lo Spisal, nei confronti degli ammalati c’era una efficace e continua sorveglianza sanitaria. Adesso sia lo Stato che la Regione si sono dimenticati di noi. Anche la terapia per il mesotelioma pleurico è stata inglobata nella medicina generale: anche chi è affetto dalla terribile malattia professionale presa in fabbrica deve seguire i percorsi burocratici previsti dalla Regione e non può più seguire la strada sanitaria specifica riservata agli ex-esposti all’amianto. Siamo stati abbandonati dalle istituzioni. Non vengono più effettuate neanche le visite periodiche, preziose per diagnosticare in largo anticipo il tumore ai polmoni. A livello nazionale non vengono più concessi i 5.000 euro agli eredi dei deceduti.
(Felice Paduano)
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video