Doloso l’incendio nell’hangar Distrutto un altro ultraleggero

Un incendio di probabile natura dolosa ha distrutto martedì sera un ultraleggero custodito nell’hangar dell’aviosuperficie gestito dall’associazione “Ali sul Graticolato”, in via Straelle di Rustega. È il secondo velivolo distrutto dalle fiamme in meno di un mese.
Il velivolo incendiato, un Tecnam P92 Super, è di proprietà dell’ingegnere lombardo Enrico “Chicco” Riva. Il danno è elevato, «Il P92 non era nuovo, aveva 6 o 7 anni, valeva però oltre 50 mila euro e dubito che l’assicurazione mi rimborserà» afferma Riva «sono invece sicuro che si tratta di un atto doloso. Tre settimane fa era successa la stessa cosa a un altro P92, di proprietà di una signora del luogo, per questo avevo rinforzato i lucchetti dell’hangar in cui il mio aereo era sistemato e con altri soci dell’aeroclub avevamo installato delle microcamere. Stiamo verificando le riprese sui telefonini per consegnarle ai carabinieri».
L’incendio è scoppiato martedì verso le 20.30, mezz’ora dopo che il custode se n’era andato. Ad arrivare per primo sul posto è stato lo stesso custode, che abita a meno di un chilometro. Con l’estintore ha cercato di domare il rogo in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Poi sono arrivate le autobotti dei vigili del fuoco di Cittadella e di Castelfranco Veneto, insieme ai colleghi volontari di Santa Giustina in Colle. A stretto giro sono giunti anche i carabinieri e i proprietari degli altri ultraleggeri. Nell’hangar in cui c’era il velivolo distrutto ce n’era un secondo, che si è salvato grazie al pronto intervento. Visti gli esiti delle prime verifiche, un’informativa è stata inviata all’autorità giudiziaria, che ha disposto il sequestro dell’hangar. Indagini affidate ai carabinieri di Camposampiero.
Non sanno cosa pensare gli altri soci. «Non si capisce se sia un tentativo di furto, un regolamento di conti con qualcuno a cui non stava simpatico o l’azione di un piromane» commenta un socio «proprio adesso che stiamo sbaraccando. Stiamo cercando altri siti dove ricoverare i nostri velivoli e non è facile». L’area dell’avio superficie starebbe infatti passando di mano.
Riva parla invece di “tecnica intimidatoria” anche se afferma di non aver mai ricevuto minacce. «Se avessero voluto rubare c’erano a disposizione gruppi elettrogeni, una serie di attrezzi nuovi molto costosi, batterie e taniche di benzina messe da parte per fare il pieno e partire. Sono entrati con l’intento di incendiare e hanno sicuramente usato le tanichette di benzina che avevo riempito per fare il pieno nel fine settimana, quando raggiungo Camposampiero per volare. Se l’incendio non fosse stato subito domato e i serbatoi fossero esplosi, sarebbero saltati in aria gli hangar. La prima volta abbiamo pensato che ce l’avessero con la socia, adesso temo che potrebbero ancora agire». È ancora vivo il ricordo dell’incendio doloso del dicembre 2012, quando diedero alle fiamme un hangar e quattro aerei andarono distrutti.
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