Ecco i cinque imprenditori del riciclaggio
Sono ben cinque gli imprenditori che trasferivano in Marocco i soldi guadagnati dai narcotrafficanti magrebini attivi a Padova grazie all’attività di spaccio. Si tratta di Francesco Bonfanti, 32 anni, residente a Montecatini (Pistoia), legale rappresentante della ditta Buscioni Alviero snc di Larciano; Franco Pinochi, 70 anni di Monsummano terme (Pistoia), legale rappresentante della “Tuttoscope San Francesco group srl con sede sempre a Monsummano; Bouchaib El Oumani, marocchino, 47 residente a Montegranaro (Fermo), titolare di un’impresa edile; Marco Baronti, 43 di Monsummano Terme, socio amministratore della Baronti Fratelli; e infine di Laura Angeloni, 36, residente a Massa, legale rappresentante della A.G. Marmi srl di Marina di Massa. Tutti sono indagati in stato di libertà per riciclaggio. Ai primi tre sono stati sequestrati conti correnti e due auto, una Bmw e una Mercedes (Bonfanti), un appartamento a Fermo (El Oumani) e alcuni conti correnti (Pinochi). I cinque, infatti, forti del fatto di essere insospettabili e “puliti”, tutti italiani, tranne uno, e titolari di un’attività di impresa, provvedevano a portare in salvo in Marocco il danaro degli spacciatori. Il servizio era “a domicilio”: l’appuntamento per la presa in consegna del prezioso carico era a Piove di Sacco oppure al casello di Padova Ovest. Poi un viaggio in auto fino all’azienda e il danaro arrivava in Marocco a bordo dei camion delle loro ditte. È contestata l’esportazione di 54 mila euro a Bonfanti, altrettanto a El Oumani, di 18 mila euro a Pinochi. L’inchiesta - coordinata dal pm Benedetto Roberti e affidata al Gico della Guardia di Finanza di Venezia - è partita da un traffico internazionale di cocaina e hashish proveniente dalla Colombia e diretto in Italia via Spagna.
Cristina Genesin
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