Evasione milionaria, primo interrogatorio

Questa mattina è in programma l’interrogatorio di garanzia per Nicola Giampapa, 55 anni di Galzignano, l’amministratore delegato della Status srl finito in manette mercoledì per riciclaggio e emissione di fatture false. Lunedì sarà la volta di Denis Soranzo, 39 anni di Galzignano e Sabrina Gambarotto, 50 anni di Este (sono ai domiciliari). Questi ultimi sono considerati i prestanome della Status srl di Albignasego, che commercializza elettrodomestici, telefonini e articoli elettronici. La contestazione delle Fiamme Gialle è di aver emesso fatture false per 23,5 milioni di euro, evadendo l’Iva per 5,1 milioni. L’operazione è stata denominata “Se telefonando ...”.
il riciclaggio
Le indagini condotte dalla Compagnia di Este hanno anche accertato il riciclaggio di somme derivanti dai reati fiscali per 2,8 milioni di euro. I finanzieri, coordinati dal pm Luisa Rossi, hanno quindi eseguito il sequestro delle somme sottratte alle casse dell’erario e di quanto riciclato per complessivi 7,9 milioni di euro, seguendone le tracce fino a Dubai. Tra i beni sequestrati, oltre a quasi 850 mila euro tra depositi in conto corrente e denaro contante, anche automobili (tra queste una Porsche Panamera) e altri beni di lusso (un orologio Rolex) nonché un immobile. Beni riconducibili a Giampapa. L’indagine è nata da una verifica fiscale condotta dai finanzieri di Este.
raggiro complesso
Gli indagati avevano creato numerosi ostacoli alle attività di accertamento, utilizzando società create ad hoc su tutto il territorio nazionale intestate a prestanome o rilevandone altre già operanti nel medesimo settore. Benché tutte le società coinvolte nella frode presentassero una contabilità formalmente ineccepibile, alcuni particolari (ad esempio sedi operative inadeguate, consumi energetici risibili, mancanza di particolare competenza degli amministratori) hanno insospettito i finanzieri sulla reale ed effettiva operatività dei soggetti coinvolti, a vario titolo, nella frode. Inoltre, il flusso “a sei zeri” dei capitali “investiti” in azienda dai due soci fittizi (l’uno lavoratore dipendente e l’altra ex commessa part time, privi, entrambi, delle capacità reddituali e professionali per porre in essere operazioni di finanziamento milionarie) ha portato i finanzieri ad indagare a ritroso sulle vicende societarie e processuali di Giampapa, fino a scoprire una sequela di giroconti funzionali a sottrarre le somme di denaro alle pretese dell’erario. Mercoledì mattina la confisca per equivalente è avvenuta in 5 banche: Padova, Battaglia, Lozzo Atestino ed Este. I tre arrestati sono tutti incensurati. —
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