Finanziamenti per milioni a decine di imprese fallite

Il mito del Veneto «locomotiva d’Italia» e delle virtù delle banche del territorio traballa di fronte agli affidamenti della Bcc. «Il paradosso è che alla fine “Roma ladrona” sta coprendo gli errori...

Il mito del Veneto «locomotiva d’Italia» e delle virtù delle banche del territorio traballa di fronte agli affidamenti della Bcc. «Il paradosso è che alla fine “Roma ladrona” sta coprendo gli errori e i buchi delle banche venete. Vale per la Bcc Padovana come per la Popolare di Vicenza con il fondo Atlante», commenta il parlamentare dem Alessandro Naccarato.

La vicenda degli affidamenti indebiti della Bcc apre molti interrogativi sull’affidabilità del sistema di credito. Tra le società che hanno ricevuto i finanziamenti ritenuti da Bankitalia ingiustificati troviamo le aziende del gruppo Merlo srl (Merlo, Construction Padova, Parco del Santo) per un totale di 28.362.130 euro; la Schubert srl della Scapin srl per 9.902.740 euro; la Casabella snc di Luciano Scapocchin per 18.614.138 euro; la Ca-Zar srl di Adriano Masiero per oltre 19 milioni di euro; l’Immobiliare Roberta di Roberto Trevisan per circa 10 milioni. Ci sono poi due società sostenute e aiutate anche dalla Regione attraverso Veneto Sviluppo: si tratta di Obiettivo sviluppo di Piazzola sul Brenta che ha ricevuto 6.565.226 euro e Xgroup di San Pietro Viminario con un credito di 6.406.594 euro.

La prima, in liquidazione dal maggio 2012 e dichiarata fallita nel gennaio scorso, era di proprietà per il 19,9% del Comune di Piazzola, per il 17,8% proprio della Bcc Padovana, per il 10,19% dell’Upa di Padova, poi il consorzio Diamante al 9,33% e il consorzio Zip al 9,1%. Nel luglio 2013 invece il tribunale di Padova ha dichiarato il fallimento della Xgroup.

«I fallimenti di molte delle aziende finanziate da questo istituto dimostrano che i crediti erano ingiustificati. I dirigenti della banca hanno finanziato imprese e attività in perdita e piene di debiti», commenta il deputato del Pd che ne ha anche per Veneto Sviluppo: «La Corte dei Conti si è espressa in modo chiaro: si usa una società finanziaria regionale per erogare finanziamenti che le banche non possono dare. Così si aggira la normativa sui crediti. E in questo caso sono state finanziate con i soldi dei contribuenti veneti due società poi fallite. È un sistema colabrodo con imprese che hanno fatto conto per anni su crediti non esigibili». (c.mal.)

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