Finint a Bankitalia: non c’è instabilità

Nuovo board ieri a Conegliano, Marchi e De Vido si impegnano all’accordo veloce e ad allargare il Cda
Di Eleonora Vallin
20051022 ANDREA DE VIDO INCONTRO CON LA STAMPA DELLA FINANZIARIA INTERNAZIONALE " FININT " - da dx IL PRESIDENTE ENRICO MARCHI CON L'AMMINISTRATORE DELEGATO ANDREA DE VIDO sx ( /2005 )
20051022 ANDREA DE VIDO INCONTRO CON LA STAMPA DELLA FINANZIARIA INTERNAZIONALE " FININT " - da dx IL PRESIDENTE ENRICO MARCHI CON L'AMMINISTRATORE DELEGATO ANDREA DE VIDO sx ( /2005 )

PADOVA. Nuovo consiglio di amministrazione ieri per Finint che si è concluso con un denso verbale e una formale risposta che sarà inviata a giorni a Bankitalia. Via nazionale ha preso posizione di fronte ai dilatati tempi della mancata intesa tra Enrico Marchi e Andrea De Vido per la liquidazione del 50% della quota societaria detenuta da quest’ultimo. «Nessuna richiesta nè ultimatum» spiegano fonti autorevoli. Bankitalia avrebbe tuttavia inviato a Finint tre raccomandazioni precise. La prima è trovare un accordo tra i due soci nel minore tempo possibile. La seconda è di allargare il Cda della Banca (controllata da Finanziaria internazionale Holding) a più di 5 componenti. Il numero viene ritenuto dall’organo di vigilanza insufficiente. L’invito è quindi di portare nel board nuove competenze esterne, meglio se indipendenti. La vigilanza avrebbe quindi chiesto lumi circa la stabilità di Banca Finint. Nella lettera di risposta, Finanziaria Internazionale precisa la volontà di arrivare in tempi celeri a un accordo e che la banca non ha avuto nessuna conseguenza sull’operatività: nodo centrale, questo, che confermano e verbalizzano entrambi gli azionisti Marchi e De Vido, spiegando che tutte le delibere degli ultimi board sono state approvate all’unanimità. A emergere ieri è invece un sentimento comune, che straordinariamente trova concordi i due duellanti, di voler creare attorno a Finint un clima di instabilità che prima o poi possa trovare una traduzione concreta nel business. Gli “avvoltoi” intorno a Finint, a detta dei due, sarebbero molti con diversi interessi: dai legali all’azionista scomodo Atlantia che ha rastrellato il 21,3% di Save, controllata al 59,6% direttamente e indirettamente da Finint.

Il calendario ora guarda al 15 marzo che è la data dell’udienza fissata dal Tribunale di Venezia per il sequestro del pacchetto azionario di De Vido richiesto da Marchi. Il deal pare a giorni vicino e altri lontano e dipende dagli umori dei due ex amici. L’accordo sulla cifra è stato raggiunto (si vocifera un centinaio di milioni) il tema è come (modalità, tempi e pagamento) e con che garanzie. Marchi ha sempre dichiarato di voler rimanere azionista di riferimento Finint, ma con che soldi? L’unica ricchezza liquidabile è l’aeroporto che Marchi non ha mai voluto cedere troppo, ma margine per scendere c’è. Save ha tanti investitori interessati oltre Atlantia, spiegano le nostre fonti, l’offerta non manca. Il tema, dunque, non sarebbe la ricerca ma la selezione.

Quanto alla figura di Giovanni Perissinotto, dimessosi l’8 febbraio dal Cda della Finanziaria a pochi mesi dall’nomina, l’ex manager Generali parrebbe intenzionato a ricoprire di nuovo il ruolo ma c’è una riserva.

L’assemblea del 22 febbraio - che ha scelto i commercialisti Gianluca Vidal e Gaetano Terrin - l’ha invitato al rientro ma il manager avrebbe fatto sapere di voler dire «sì» solo dopo aver incontrato personalmente sia De Vido sia Marchi. E, ad oggi, solo uno dei due appuntamenti si è concretizzato.

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