Il presidente del consiglio comunale di Padova: «Aumentare il gettone, non si riesce a pagare neanche una pizza»

Antonio Foresta: «Se davvero si vuole valorizzare la partecipazione bisogna riconoscere dignità economica a chi viene eletto». Il bilancio dell’aula di Palazzo Moroni: nel 2025 in 17 sedute sono state approvate 86 delibere

Rocco Currado
Il presidente Antonio Foresta
Il presidente Antonio Foresta

«Se davvero si vuole valorizzare la partecipazione democratica a livello locale, bisogna riconoscere dignità anche economica a chi siede nei consigli comunali». Il presidente del parlamentino padovano Antonio Foresta torna a sollevare il tema del riconoscimento economico per i membri dell'assemblea cittadina, durante la consueta conferenza stampa di fine anno. «Il Comune di Padova», spiega, «ha una spesa corrente di 342 milioni di euro, di 212 milioni in conto capitale. Eppure il Consiglio comunale, nel suo complesso, costa praticamente nulla all’ente: appena 77 mila euro».

Secondo Foresta, la situazione è ormai insostenibile: «Da anni mi batto perché venga riconosciuto un indennizzo ai consiglieri. Parliamo di persone che dedicano tempo, competenze e serietà al servizio pubblico». Attualmente, spiega il presidente, i consiglieri comunali di Padova percepiscono un gettone di presenza pari a 45 euro lordi a seduta. «Una cifra che non riflette né l’impegno richiesto né la responsabilità del ruolo», afferma Foresta, «quando i consiglieri escono alle 23 dal consiglio, non riescono nemmeno a pagarsi una pizza e una birra. È semplicemente ingiusto».

Il minimo, secondo Foresta, sarebbe equipararsi a città come Verona e Treviso. «Alcune città hanno trovato altri modi per riconoscere il lavoro dei consiglieri, ma Padova resta ferma», aggiunge Foresta. Negli anni, il presidente del parlamentino comunale ha inviato numerose lettere all’Anci, al governo, ai ministri e ai parlamentari veneti, chiedendo una modifica normativa. «L’auspicio è che si intervenga nei bilanci nazionali. Basterebbe un semplice emendamento alla legge di bilancio in Parlamento», sottolinea. Tuttavia, denuncia Foresta, «il 90 per cento dei parlamentari non è mai stato consigliere comunale, quindi non sa nemmeno di cosa parlo».

Una battaglia che Foresta dice di aver combattuto con costanza e che si augura di portare a termine entro la fine del mandato. Visto che, annuncia, «al 99,9 per cento non mi ricandiderò più».

I numeri

Intanto, l’incontro con la stampa è stata l’occasione fare il punto sull’attività del consiglio comunale nel 2025: 17 sedute convocate, 86 delibere approvate (di cui 11 di competenza del consiglio e 75 proposte dalla giunta), 30 mozioni e 116 ordini del giorno complessivi. Le interrogazioni presentate sono state 93.

Tra i momenti più significativi, Foresta ricorda il conferimento della cittadinanza onoraria a Gino Gerosa, luminare della cardiochirurgia e oggi assessore regionale alla Sanità.

Da segnalare anche l’ingresso in consiglio di Meri Scarso dopo le dimissioni di Paolo Roberto Sacerdoti e la nomina e il benvenuto dell’assessore Alessandro Luigi Bisato in seguito alle dimissioni di Andrea Micalizzi.

Il consiglio ha chiuso il 2025 con l’approvazione, nell’ultima lunga seduta del 15 di questo mese, del Documento Unico di Programmazione (Dup) e del Bilancio di Previsione per gli esercizi 2026-2028.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova