All’Arcella l’addio a Shahzad, il rider morto in un incidente

La cerimonia ha riunito oltre trecento: molti colleghi delle catene di delivery Glovo e Deliveroo. La salma tornerà domenica in Pakistan

Edoardo Fioretto
I rider davanti al centro islamico di via Jacopo da Montagnana prima dell'inizio del funerale (Foto Nicola Fossella/Agenzia Bianchi)
I rider davanti al centro islamico di via Jacopo da Montagnana prima dell'inizio del funerale (Foto Nicola Fossella/Agenzia Bianchi)

C’erano quasi tutti i rider Glovo della città, ieri pomeriggio, per l’ultimo saluto a Shahzad Baluch. È il fattorino pachistano di 35 anni rimasto vittima di un incidente stradale la fine del mese scorso sulle strade di Vigonza. Al centro islamico dell’Arcella, almeno trecento persone hanno partecipato alla cerimonia religiosa, prima dell’invio della salma in patria (pagato da Glovo) previsto tra sabato e domenica.

Ecco che alle 14 erano quasi cinquanta solo le biciclette e i motorini con appresso gli zainetti gialli per le consegne. Ma c’era anche qualche zainetto azzurro con i loghi di Deliveroo, e un paio coi colori rossi di Just Eat. Tutti parcheggiati sui marciapiedi di via Jacopo da Montagnana, ordinati nel loro caotico dispiegamento. Dall’altro lato della strada, un capannello silenzioso di persone si è accalcato all’ingresso del centro culturale islamico bengalese. La salma, attesa per il primo pomeriggio, è arrivata intorno alle 14.30 dall’obitorio. Posto inizialmente sotto sequestro dalla Procura, il corpo di Shahzad era rimasto bloccato in attesa che fosse effettuata l’autopsia, programmata per il 25 agosto. Salvo poi, grazie alle pressioni della comunità pachistana, riuscire a sbloccare la situazione con il rilascio del nullaosta per i funerali e il rimpatrio della salma.

L’arrivo della bara, coperta da una stuoia tradizionale di velluto verde, ha così dato il via al funerale islamico. Una cerimonia solenne, tono malinconico, qualche lacrima di commozione. C’era chi ieri salutava un collega, chi un amico, chi un compaesano. Tantissimi, infatti, i membri della comunità pachistana presenti alla cerimonia. Tra questi anche il rappresentante, nonché membro della commissione stranieri, Raja Iftikhar Khan.

La bara durante la funzione religiosa al centro islamico dell'Arcella
La bara durante la funzione religiosa al centro islamico dell'Arcella

La preghiera in arabo è durata all’incirca dieci minuti. Poi, quelle stesse trecento persone che erano entrate nel centro culturale, ne sono lentamente uscite. Chi tornando a casa a piedi, chi montando sulle bici elettriche per rimettersi a consegnare cibo per la città.

Il viaggio di Shazad non è però finito. La salma sarà restituita ai familiari in patria, alla moglie e alla figlia piccina che lì lo attendono per l’ultimo addio. Della procedura, che avrà un costo intorno ai tremila euro, si è fatta carico l’azienda di delivery Glovo per cui il trentacinquenne pachistano lavorava da diversi anni.

E stava lavorando anche quel pomeriggio del 25 luglio, quando col motorino ha sbattuto contro un’auto in via Venezia, a Perarolo di Vigonza. La donna alla guida è ora indagata per omicidio stradale colposo. Il pm Maria d’Arpa che coordina le indagini ha disposto una perizia tecnica per accertare le dinamiche della collisione. È possibile, per esempio, che l’auto abbia frenato di colpo, causando quindi il tamponamento posteriore da parte del rider. Si viaggia comunque, almeno per ora, nell’ambito delle ipotesi.

Shahzad, dopo l’incidente, era stato soccorso dal personale medico del Suem 118 e trasferito al pronto soccorso in codice rosso. Le condizioni erano apparse subito disperate. Dopo quattro giorni, il 29 luglio si è spento nel letto di ospedale.

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