I genitori di Chiara Jaconis dal Papa nell’anniversario della morte

Il decesso il 17 settembre dell’anno scorso dopo essere stata colpita in testa da una statua mentre camminava per le strade di Napoli

Edoardo Fioretto
Chiara Jaconis, morta il 17 settembre a Napoli
Chiara Jaconis, morta il 17 settembre a Napoli

Ci sono date che non smettono di pulsare. Nel dolore, nella malinconia, nella consapevolezza che a volte il destino cambia le carte in tavola e le cose non potranno mai tornare come prima. Il 17 settembre segnerà un anno dalla morte di Chiara Jaconis, e la sua assenza continua a farsi presenza ostinata nelle vite di chi l’ha conosciuta. Nel giorno dell’anniversario – «per una mera coincidenza», spiega papà Gianfranco – la famiglia della trentenne padovana sarà in udienza privata con papa Leone XIV.

L’incontro con il Papa

«È stato merito dell’ostinazione di mia moglie, Cristina», racconta il padre, che da ormai un anno è in cerca di giustizia per quanto accaduto alla figlia. «Il tempo ormai sta per scadere, ci aspettiamo delle risposte dalla Procura di Napoli quanto prima», riflette il padre, noto amministratore condominiale della città del Santo, e originario di Locri.

Quello con Leone XIV, in Vaticano, sarà un incontro raccolto, senza clamori, in cui il dolore si farà certo parola. «Mia moglie aveva chiesto udienza ancora a papa Francesco», racconta. Poi, però, le condizioni di salute di Bergoglio avevano fatto saltare l’incontro. «Con il nuovo Papa, Cristina ha chiesto alla segreteria del Santo Padre, e ci è stato assegnato un giorno per l’incontro», dice ancora Gianfranco, con una voce rotta dall’emozione. «Il Papa riceve solo di mercoledì. E tra tutti, è capitato proprio quello del 17 settembre. L’anniversario della morte di Chiara», osserva. «Non voglio illudermi che sapessero che valore abbia per noi quella data», prosegue, «voglio credere che sia stata la provvidenza».

In quei giorni la famiglia di Chiara già si troverà a Roma. Il 15 settembre sarà infatti celebrato il Giubileo della consolazione, dedicato anche ai genitori che hanno perso i figli. Ultima tappa di un viaggio della memoria e del dolore che partirà invece questa domenica a Napoli. «Alla basilica di San Giacomo degli Spagnoli, dalle 19, ci sarà un concerto dedicato alla nostra Chiara», racconta ancora Gianfranco.

La tragedia

Nel frattempo la vicenda giudiziaria prosegue. È stata archiviata la posizione dei figli di una coppia, uno dei quali è ritenuto il responsabile del lancio della statua di onice in vicolo Santa Teresella che ha ferito a morte Chiara lo scorso 15 settembre. Restano invece sotto esame i genitori dei ragazzi. Le indagini ricostruiscono tentativi della madre di impedire al figlio di accedere al balcone, serrando finestre con chiavistelli o ostruendolo con mobili e biciclette. Accorgimenti ritenuti insufficienti dalla Procura, che ipotizza una responsabilità omissiva. È un percorso ancora aperto, destinato a durare.

Il 15 settembre 2024 Chiara Jaconis, 30 anni, padovana, si trovava a Napoli con il compagno per una breve vacanza. Un’occasione per festeggiare gli anni, a qualche mese di distanza dal compleanno. Nel pomeriggio, mentre si dirigeva verso l’aeroporto, era stata colpita alla testa da un frammento di una statua precipitata da un balcone. Un souvenir raffigurante Nefertiti, frantumato nella caduta in tredici pezzi, diventato un’arma letale. Il pezzo più grande è quello che ha colpito la ragazza padovana. Chiara ha lottato due giorni in ospedale, ma il 17 settembre è morta nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale del Mare.

Le indagini

La Procura per i minorenni di Napoli ha chiuso l’indagine in maggio. Secondo la ricostruzione, il gesto sarebbe stato compiuto dal più piccolo dei due figli di una famiglia residente nei Quartieri Spagnoli. Non imputabile per età e per una condizione di fragilità, non potrà essere processato. Il fratello maggiore è stato riconosciuto del tutto estraneo ai fatti. Resta l’inchiesta nei confronti dei genitori, indagati per omessa custodia e vigilanza.

Dopo la morte, era scattata subito una maratona di solidarietà per Chiara. Il popolo dei Quartieri Spagnoli ha subito eretto un altarino nel luogo in cui era stata ferita. Tanti cuoricini, messaggi di affetto alla famiglia, fotografie. E fiori, tantissimi girasoli – il suo fiore preferito – che hanno abbellito l’angolo di vicolo. Eletta poi «angelo custode dei Quartieri Spagnoli».

Anche il mondo dell’arte ha dimostrato a colori il proprio affetto per Chiara: dal ritratto del pittore Ivano Nobile, al murale di Juan Pablo Gimenez sul luogo della tragedia. La stessa amministrazione comunale ha dedicato a lei una targa «in commosso ricordo», e una pianta in un parco del Vomero. —

 

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