Grande raccordo anulare di Padova, riparte l’iter. «È la volta buona, gara entro metà 2021»

PADOVA. Riparte l’iter per realizzare il Gra, grande raccordo anulare di Padova. La Regione ha chiesto alla Gra spa, la società privata che promuove il progetto, di rivederlo e adeguarlo alle ultime osservazioni emerse dalle richieste di enti, politica e soprattutto dal territorio. È previsto quindi il completamento delle tangenziali, l’apertura di un casello in A4 e di un canale lungo la riviera del Brenta, che riannoderebbe i fili anche della grande e incompiuta idrovia. La presidente del Gra spa, Luisa Serato, è soddisfatta: «Questa è la volta giusta. Entro metà 2021 prevedo la gara».
Senza la nuova richiesta di revisione della Regione, arrivata per mano dell’assessora alle infrastrutture e ai trasporti Elisa De Berti, non potevano essere assegnati incarichi per adeguare il vecchio progetto. Con il via libera delle scorse settimane giunto da Venezia (i presupposti c’erano già prima, ma la pandemia ha fermato tutto), Luisa Serato ha potuto conferire il mandato ai tecnici già a fine luglio.
II piano originario era stato concepito nel 2000 dalla Provincia, quando presidente era Vittorio Casarin, ma la procedura è partita poi nel 2004. Prevedeva un percorso a forma di anello attorno al sistema di tangenziali per rendere più fluida la circolazione della cintura urbana, sgravando così dal traffico le strade interne e favorendo l’accesso alle autostrade. Progettisti e istituzioni non sono mai riusciti a trovare un accordo in vent’anni. Oggi però si gioca a carte scoperte, e le riunioni degli ultimi due anni tra tutti i sindaci interessati con De Berti e Serato sembrano aver finalmente sbloccato un progetto rimasto chiuso in un cassetto del ministero da una vita sotto la voce «non realizzabile». Con la richiesta dell’adeguamento però potrebbe arrivare la svolta.
Svolta rappresentata da 5 passaggi fondamentali che i progettisti dovranno considerare: la cancellazione del tratto del Terraglione (la bretella che va da Limena a Cadoneghe) e della camionabile (per collegare la tangenziale est di Padova alla Statale Romea, sbucando tra Mira e Marghera); la risistemazione e il completamento dell’anello ovest (i 13 chilometri che vanno dalla curva Boston di Selvazzano fino a Rubano, dove sorgerebbe anche un nuovo casello autostradale al confine con Villafranca); la riqualificazione dei tratti della tangenziale già esistenti e, infine, come opera di compensazione, lo scavo di circa 10 km del canale scolmatore che attraversa la Riviera del Brenta, a completamento del percorso che va da Saonara a Mira passando per Vigonovo, Stra e Dolo.
«Dopo qualche scontro con la Regione adesso abbiamo trovato un accordo», rivela Luisa Serato, «e quindi, ora che c’è anche la loro volontà di proseguire, siamo vicinissimi a realizzarla sul serio. Stiamo parlando di un’opera strategica, ma è evidente che insieme alla nuova progettazione bisogna prevedere nuovi studi del traffico e del Piano Economico Finanziario».
La Serato è ottimista anche sui tempi: «Se non ci fosse stata l’emergenza sanitaria probabilmente saremmo già pronti. L’incarico adesso è stato affidato e credo che con l’insediamento del nuovo consiglio regionale a settembre saremo in grado di presentare il nuovo progetto e magari partire con il bando di gara entro la metà del prossimo anno». Bocciata anche la Bovolentana, che avrebbe dovuto collegare l’autostrada A13 alla zona industriale di Legnaro. Per quanto riguarda i costi, 250 milioni di euro per il completamento dell’anello ad ovest, a cui vanno aggiunti altri 140 per lo scavo del canale scolmatore.
L’opera del Gra è concepita al 100% in finanza di progetto, quindi si ripagherebbe con il pedaggio. All’interno del progetto è previsto anche il completamento dell’Idrovia (finora è stato realizzato il 60%) dopo gli scavi sui 10 chilometri previsti nel piano dopo le recenti osservazioni. La scorsa settimana il deputato padovano Roberto Caon (Forza Italia) ha ottenuto l’approvazione alla Camera di una mozione (420 voti favorevoli e solo 2 astenuti) che impegna il governo al completamento di un’opera ferma dal 1992, nata per il trasporto delle merci via acqua ( “autostrada dell’acqua” era definita)), ma nel tempo diventata fondamentale specie per mettere in sicurezza il territorio dalle alluvioni. Se il Gra dovesse andare avanti però, a Roma risparmierebbero i 512 milioni previsti per realizzare l’idrovia, su cui dagli anni Settanta è in corso un dibattito senza fine tra tecnici e politici.
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