I parrocchiani e la donna del prete: "Depistaggio contro don Marino"

ALBIGNASEGO. «Un depistaggio, una chiara macchinazione per togliere di mezzo una persona, prima ancora che un sacerdote, che ci ha sempre messo la faccia». È il pensiero di tutti i fedeli della parrocchia di San Lorenzo in Roncon. Quelli che la faccia ce la mettono, ora, per don Marino, il sanguigno parroco allontanato dalla Curia lo scorso 2 gennaio. Qui nessuno è disposto a credere alla pista della donna che avrebbe respinto le avances del prete, denunciandolo poi alla Curia. Stando, almeno, a quanto è trapelato dal palazzo diocesano dove il parroco dovrà presentarsi per difendersi dall’accusa di aver tenuto «comportamenti poco consoni allo stato clericale, inerenti agli impegni derivanti dall’obbligo del celibato».
Don Marino è figlio di questa lembo di terra strappato alla campagna e velocemente urbanizzato fino a confondersi con il caos della città. È nato alla Mandria, poco lontano da San Lorenzo. E per San Lorenzo si è speso senza risparmio. «Parrocchia rinata, chiesa rimessa a nuovo, riscaldato l’asilo, centri d’ascolto sorti dal nulla e una sagra super-affollata e talmente redditizia da creare invidie». Un mantra che tutti i fedeli recitano a memoria.
«C’era una fila pazzesca, tutti in fila la scorsa estate per arrivare alla casse del bancone gastronomico per poter cenare sotto il tendone. In coda anche tanti bambini, affamati e impazienti. Ecco, don Marino ha ordinato ai volontari di uscire e servire delle bibite a tutti quelli che erano in fila, un gesto gratuito». Mauro Dicati, benzinaio a San Lorenzo e nonno di un bimbo che va a prendere all’asilo, scatta questa “foto” per spiegare ai “forestieri” chi è il prete che la Curia ha allontanato da San Lorenzo.
«Esuberante, passionale, fumantino», lo tratteggia Cinzia, una delle prime a firmare la petizione di solidarietà e già pronta a sfilare per l’annunciata fiaccolata sotto le finestre della Curia. Se mai si farà. E prosegue la donna: «Don Marino era soprattutto un uomo pratico, ha costruito, ha risolto problemi, ha sistemato gli edifici e rimesso in cammino la nostra comunità. Ma è persona genuina, che non ama bizantinismi né maniere curiali. Certo che mandare a quel paese Famiglia cristiana per quella copertina anti-Salvini gli ha valso l’ostilità dei vertici diocesani. Certo che sostenendo la legittima difesa piuttosto che altre posizioni leghiste gli ha creato qualche nemico. Ma questo è lui, è arrivato a San Lorenzo e ha cominciato a fare pulizia, ha messo da parte i basabanchi, ha sostenuto i giovani, è andato a vedere i conti...Sì, per questo ha dato fastidio: perché i conti non tornavano e ha avuto il coraggio di dirlo».

E quando si parla di conti qui gli animi si scaldano. E volano le cifre. Chi dice duecento, chi centottanta, chi ancora centoventi. Di una cosa tutti sono certi: «Don Marino ha trovato un buco sui conti della parrocchia e questo è il vero motivo perché la Curia lo ha cacciato. Ma quali donne? Ma quali amanti? ».
E c’è chi i conti dice di conoscerli a memoria: «La vedevo io quella vecchina che ogni settimana si privava di dieci euro per donarli alla parrocchia per un presunto progetto di ristrutturazione della Chiesa. Dove sono finiti quei soldi? E com’era possibile che prima la sagra paesana faceva registare solo perdite e quando è arrivato don Marino soltanto utili? Per non parlare della sparizione dei libri contabili dalla canonica». Questo fatto don Marino lo ha denunciato ai carabinieri.
Poi che fosse un tipo esuberante, don Marino, è cosa risaputa. E c’è pure la nonnina smaliziata, in attesa del nipotino davanti all’asilo: «E se fosse? Chissenefrega che un prete abbia delle donne, da che mondo è mondo è sempre stato così». Summa di luoghi comuni finché vuoi ma con largo credito, se tutt’attorno le altre nonne si danno di gomito, accondiscendenti.
Insomma, la donna vittima delle avances del prete, per i parrocchiani è solo «una montatura». Tutta gente pratica, quelli di San Lorenzo: «Tutto gira intorno a i schei».
Ma don Marino sapeva, eccome se sapeva, che qualcuno varcava ripetutamente la soglia della Curia portando doglianze. «Basta andare avanti e indietro dalla Curia, se c’è qualcosa che non va ditemelo qui, davanti a tutti, a muso duro», avrebbe tuonato qualche settimana fa don Marino dal pulpito guardando dritto in faccia chi sedeva nei primi banchi. Ma questa, annota Cinzia, «è stata anche una delle sue ultime prediche».
Insomma, don Marino santo subito. Ma ne avrà fatta una sbagliata? «Sì, la sparata sui preti pedofili. Ha sbagliato, certo, ma è stata la reazione di uomo ferito». —
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