«Il blocco della libera professione rischio per la continuità di cura»

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Il fermo dell’intramoenia sta mettendo a rischio la continuità delle cure. Nonostante gli sforzi dell’autorità sanitaria, infatti, le liste d’attesa si allungano e non c’è valvola che possa sfogare questa situazione complessa, a maggior ragione visto il perdurare dell’emergenza Covid. La situazione è descritta molto bene da Clorinda Crudeli, oculista dell’ospedale Sant’Antonio di Padova, specializzata in particolare in oftalmologia pediatrica. La dottoressa ha indirizzato una lettera al presidente regionale Luca Zaia proprio per denunciare questa situazione: il blocco della libera professione sta paralizzando numerosi ambiti medici e sta costando anche la continuità di cura per alcuni pazienti. Bambini compresi.
«Gentile Governatore Zaia, sono un medico ospedaliero dell’Azienda di Padova e Le scrivo per ricordarLe la grottesca situazione in cui ci siamo ritrovati: non poter lavorare oltre il nostro orario di servizio in intramoenia». La libera professione intramoenia si riferisce, com’è noto, alle prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici di un ospedale, i quali utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell’ospedale stesso a fronte del pagamento da parte del paziente di una tariffa.
«Nello specifico io mi occupo della delicata sfera pediatrica e seguo tantissimi bimbi sia in istituzionale che in intramoenia» continua la dottoressa del Sant’Antonio «Ho cercato di tamponare la richiesta eccessiva di questo periodo - visto lo stop dei servizi in ospedale per via del Covid - attivando ambulatori supplementari istituzionali, come meglio ho potuto, anche di sabato e domenica».
Lo sforzo non è tuttavia bastato: «Continuo comunque a ricevere numerose richieste da genitori per visite anche in libera professione per bimbi che seguo da anni, e ormai da novembre devo rispondere che non posso visitare i loro figli e non posso garantire una continuità di cura. Mi ritrovo anzi a dover dire che le liste si stanno allungando sempre di più nonostante gli sforzi che stiamo facendo per visitarne più che si può». Una situazione certamente paradossale.
Da qui la richiesta al presidente Zaia: «La prego di accogliere questa mia richiesta e di voler riprendere in mano la delicata questione dell’intramoenia. Le assicuro che per me non è una questione economica: non mi arricchisco sicuramente con l’onesto lavoro che ho sempre svolto con passione e devozione. La situazione inizia ad essere pesante». —
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