Il campione padovano di Ruzzle: in 2 minuti 89 parole

Carlo Cavedon, 30 anni, ha trionfato al torneo padovano «Ho partecipato per caso. Serve logica, non il vocabolario»

Parole trovate in due minuti: 89. Punti in un solo round: 3687. Punti complessivi in una partita: 5002. Ai giocatori abituali di Ruzzle saranno già cascate le braccia. O penseranno sia impossibile. A chi non ha idea di cosa stiamo parlando, l’unico modo per descrivere il record è questo: mostruoso.

Si chiama Carlo Cavedon, ha 30 anni e lavora alla filiale Superflash della Cassa di Risparmio in via 8 febbraio, il vincitore del primo torneo padovano di Ruzzle. Giovedì al bar Paddock Spritz di Roncajette, ha sbaragliato la concorrenza dei 35 rivali che si sono affrontati in sfide a eliminazione diretta dalle 22 fino all’una di notte. E dire che vi ha partecipato quasi per caso. O, meglio, per lavoro.

«Abbiamo in programma di organizzare un torneo di Ruzzle nelle 8 filiali Superflash», racconta Carlo. «Così quando ho letto sul giornale del primo campionato organizzato al Paddock ho deciso di fare un salto per avere un’idea su come l’avevano allestito. Poi, ho scelto di partecipare».

Dica la verità. Ha barato?

«No, figuriamoci. Sono sempre stato portato per questi giochi, come Scarabeo o Angry Words. I miei amici non credono ai punteggi che faccio e ogni volta devo mostrargli il cellulare».

Era un genio in italiano a scuola?

«No, ho fatto il liceo scientifico e mi sono laureato in Diritto dell’Economia. Sono sempre stato attratto, però, dagli esercizi di logica. E in un gioco come Ruzzle la logica è fondamentale. Alle superiori sono arrivato alle finali regionali delle Olimpiadi della matematica, perdendo l’accesso alla fase nazionale per un soffio, visto che avevo totalizzato lo stesso punteggio dei vincitori, ma impiegando più tempo».

Quanto si allena a Ruzzle?

«Ogni giorno in corriera quando vado e torno da lavoro. Poi la sera sfido la mia ragazza Katia e la batto sempre. Lei si arrabbia, ma ora si può consolare, visto che al torneo ho vinto un weekend per due persone. Andremo in Trentino».

Giovedì i concorrenti hanno chiesto di spegnere la musica del bar per concentrarsi sulla sfida, anche se qualcuno, come lei, si è infilato le cuffiette dell’I-Phone. Cosa ascoltava?

«Nulla, solo i suoni del gioco».

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