Il Giornale de' letterati, la rivoluzione su carta nel Veneto di inizio '700

Antonio Vallisneri
Antonio Vallisneri
Nei primi mesi del 1710, 300 anni fa, nasce a Venezia il Giornale de' Letterati d'Italia. Il primo tomo di questo antenato dei giornali è in formato tascabile, molto più manovrabile dei «lenzuoli» su 9 colonne, fatto per esser conservato e collezionato. Nel frontespizio c'è la dedica a sua altezza serenissima Ferdinando III principe di Toscana. In realtà, malgrado il sangue blu del dedicatario, lo spirito della pubblicazione è rivoluzionario e repubblicano: riecheggia quella Respublica letteraria, comunità di dotti e sapienti immaginata fin dal Quattrocento, martellata poi negli Essais di Montaigne, ma che ora prende il volo e diffonde un sapere che è conciliabile solo con la libertà e lo fa secondo i canoni della scienza sperimentale galileiana. Dentro, quindi, ci sono formidabili semi di innovazione.  Recentemente il Magnifico Rettore dell'Università di Padova, Giuseppe Zaccaria, e Cesare De Michelis che ha accompagnato con un saggio la pubblicazione dell'introduzione al «Giornale», hanno annunciato che la ricorrenza sarà celebrata con un convegno dal titolo «Il Giornale de' Letterati d'Italia trecento anni dopo: scienza, storia, identità». Si svolgerà a Padova, Venezia e Verona il 17,18 e 19 novembre. Vede relatori di prestigio provenienti da Italia, Francia e Germania, mette in rete tre università e quindi lascia immaginare un respiro di federalismo culturale. Nella pratica, come ha sottolineato Giuseppe Zaccaria, ha promosso un dialogo tra docenti e specialisti di diversa formazione. Il Comitato scientifico regionale per le celebrazioni è presieduto da Cesare De Michelis che ha annunciato la digitalizzazione del Giornale e quindi una diffusione che scavalca gli steccati degli addetti ai lavori. I tre promotori dell'impresa "giornalistico-culturale" che prese il via nel 1710 ed ebbe cadenza trimestrale fino al 1724, ma che durerà, ad intervalli più irregolari fino al 1740, furono il padovano Antonio Vallisneri, scienziato, collezionista, botanico, entomologo (che ha il coraggio di scrivere in volgare e in maniera limpida, allora quasi un atto di temerarietà), l'erudito veronese Scipione Maffei, il veneziano Apostolo Zeno, librettista, riformatore dei canoni teatrali. Il Giornale de' Letterati pubblicava «estratti», oggi diremmo recensioni, delle più importanti novità librarie nazionali ed europee, ma i temi erano estesi: l'arte, la letteratura, la storia della scienza, la meccanica, con la poliedricità tipica del tempo, quando medicina e filosofia, arte e religione erano pestate in un unico mortaio. Il periodico (400-500 copie di tiratura ma diffuso dal Piemonte alla Sicilia attraverso librerie e collezionisti) seppe intercettare le esigenze di rinnovamento della cultura, proponendosi come punto di riferimento per chiunque in quel secolo si cimenterà in un'impresa giornalistica. L'idea di un percorso, di un viaggio d'avventura, la dà lo stesso logo dell'iniziativa: un piccolo veliero in un pelago vasto.  Il 17 novembre l'appuntamento è all'archivio antico del Bo a Padova; a Venezia a Ca' Foscari in aula Baratto il 18; a Verona in salone Maffeiano il 19.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova