Il mentalista Tesei: «Gli stupefacenti inganni della mente»

Venerdì il celebre “mind juggler” porta il suo spettacolo a Padova: «Tutto nasce dalla voglia di dominare la fortuna»

PADOVA. Per un momento, dopo avergli dato corda, abbiamo provato a invertire i ruoli: un’intervista al contrario, per fare finta di essere noi a condurre il gioco. Il mentalista, però, non è un tipo che si lascia “fregare” facilmente, tanto meno quando si chiama Francesco Tesei ed è considerato il più famoso “mind juggler” (giocoliere della mente) d’Italia.

Reduce dall’esperienza televisiva in prima serata sul primo canale di Sky che l’ha fatto conoscere al grande pubblico e da un tour di 6 anni in giro per l’Italia con il suo precedente spettacolo, Tesei approda domani sul palco del Gran Teatro Geox di Padova, con “The Game”. E dunque proviamo a giocare con lui.

Per favore pensi a sei numeri da uno a cento.

«Per poi giocarli al Superenalotto?».

Niente da fare, ha già smascherato il bluff, ha letto nel pensiero.

«Me li hanno già chiesti in molti alla fine dei miei spettacoli è una delle battute più frequenti. Ed è proprio da questa domanda, dalla voglia di dominare la fortuna, che abbiamo concepito “The Game”».

Lo show che sarà portato in scena domani al Geox, scritto in collaborazione con Deniel Monti, rappresenta un invito a riflettere sui propri “poteri” nei confronti di ciò che sembra determinato da cause esterne. Ma ci dica, signor Tesei, cos’è la fortuna per lei?

«Una questione di responsabilità individuale, possiamo anche considerarla così ed è una prospettiva stimolante. Io non ho la sfera di cristallo, non prevedo il futuro e quali numeri estrarrà il computer, ma partendo anche da un aspetto triviale, un gioco, possiamo arrivare a comprendere quale sia la linea di confine tra le nostre scelte e ciò che invece è determinato dall’esterno».

Ok, facciamo un passo indietro, per i profani: cos’è un mentalista?

«Immaginiamo di avere un frullatore e metterci dentro uno psicologo, un appassionato di tecniche di comunicazione, un illusionista e un goccetto di alcol, misceliamo: quello che esce fuori è il mentalista. In buona sostanza sto con un piede nella psicologia e con l’altro nell’illusionismo».

Primo approccio a questa disciplina?

«A nove anni, con una scatola da prestigiatore, in copertina c’era il mago Silvan. Tutti i mentalisti partono dall’illusionismo, in fondo c’è il gusto, l’amore e il piacere di meravigliare le persone. Quando rimaniamo a bocca aperta è come se il bambino che c’è in noi riemergesse rendendo più facile stabilire delle relazioni».

Che differenza c’è tra indovinare i pensieri e il controllo su fenomeni aleatori?

«Non molta, nel momento in cui si capisce che tutto parte dell’illusione primordiale della nostra mente: spesso consideriamo fenomeni esterni a noi stessi, fatti di cui in realtà possiamo e dobbiamo avere responsabilità. Il compito del mio spettacolo, a differenza dei classici illusionisti, consiste nello stimolare questa riflessione, con gli strumenti della meraviglia, dello stupore, della comunicazione e della psicologia».

Il superenalotto, insomma, può aspettare.

Venerdì 19 febbraio, ore 21.30, Gran Teatro Geox, via Tassinari, Padova. Biglietti a partire da 25 euro, info: 049/8644888.

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