Il negozio di specialità pugliesi nel cuore di Padova. «Ma quali agganci con la mafia»

La società Trulli Srl è stata fondata vent’anni fa. Esattamente nel 1997. Attualmente gestisce soltanto il negozio che si trova all’angolo tra il Salone e Piazza dei Frutti – dove l’affitto mensile...
07 marzo 2005 Interviste su accattonaggio , Pierino L'Abate (CARRAI) 07 marzo 2005 Piazze e Salone , interviste su accattonaggio (CARRAI)
07 marzo 2005 Interviste su accattonaggio , Pierino L'Abate (CARRAI) 07 marzo 2005 Piazze e Salone , interviste su accattonaggio (CARRAI)
La società Trulli Srl è stata fondata vent’anni fa. Esattamente nel 1997. Attualmente gestisce soltanto il negozio che si trova all’angolo tra il Salone e Piazza dei Frutti – dove l’affitto mensile pagato a un privato e non al Comune (proprietario delle 50 botteghe dei corridoi centrali) è di 2.300 euro – e un maxi-magazzino a Vigorovea di Sant’Angelo di Piove, dove il canone è di 750 euro. Negli anni d’oro la società gestiva tre negozi. Gli altri due, venduti da anni ad altri commercianti, si trovavano in via Facciolati, a trecento metri dall’ospedale Sant’Antonio ed in via Savona, alla Sacra Famiglia. La moglie di Giuseppe D’Onofrio, Annalisa Brondin, che in passato ha gestito anche un negozio di abbigliamento a fianco dell’attuale bottega alimentare, detiene il 90% delle azioni, mentre il 10% è detenuto da Vittorio Brondin. Amministratore delegato della società è Piero Labate che, poi, in pratica, è quello che materialmente manda avanti il negozio. Oggi i dipendenti sono cinque. «Ma quali agganci con la criminalità» osserva Labate. «Giuseppe D’Onofrio, che in bottega ci dà solo una mano, ma non è padrone e né dipendente. Si era messo in una brutta storia tanti e tanti anni fa, quando fu accusato e condannato per il traffico delle sigarette tra l’Albania e il Montenegro e le coste pugliesi. Per questo reato ha pagato pesantemente le sue colpe, anche per reati commessi da altri, e si è rifatto una vita alla luce del sole». Ed ancora. «Come mai gli inquirenti sono andati a scovare una storia che risale a trent’anni fa proprio adesso? Perché non hanno rispettato una famiglia di imprenditori che, dopo essersi messi alle spalle vicende ormai lontane, lavora anche 14 ore al giorno per dare un futuro ai figli? Questo vuol dire che chi ha sbagliato una volta nella vita non ha il diritto di tornare sulla dritta via? In questo negozio, considerato da tutti uno dei più pregiati della città, lavorano cinque persone. Li vogliamo mettere alla porta proprio alla vigilia di Natale?».


Felice Paduano


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