Il pensiero Alajmo affidato all’acqua

Fluidità, il nuovo volume di Max e Raf, è il miglior libro italiano di cucina 2013
Di Renato Malaman

In attesa dello storico sbarco a Parigi, dove ai primi di marzo in zona Montmartre apriranno un bistrot d’autore che li consacrerà nella terra dei “maestri”, i fratelli Massimiliano e Raffaele Alajmo incassano una soddisfazione anche nel loro nuovo ruolo di “autori-editori”. Il loro libro “Fluidità”, costato due anni di fatica e presnetato in novembre, si è già meritato la palma di miglior libro italiano di cucina 2013. Premio di prestigio, assegnato annualmente dal Gourmand World Cookbook Awards. Grazie al riconoscimento “Fluidità” strappa la nomination per il titolo di miglior libro di cucina del mondo. Lo assegnerà una giuria internazionale che si riunirà a Pechino a maggio. Che gli Alajmo abbiano un gusto creativo e raffinato anche quando si tratta di tradurre in stampa il loro genio in cucina è testimoniato dal fatto che il loro precedente volume, “Ingredienti” (uscito nel 2007 e che segnò il loro esordio), si guadagnò il doppio ricononoscimento di miglior opera italiana e mondiale dell’anno nel settore enogastronomico.

“Fluidità” - in vendita a 150 euro - entra subito nel vivo con un fitto dialogo tra i fratelli Massimiliano (lo chef) e Raffaele (l'uomo della sala) e spiega attraverso questa forma singolare come si sviluppa la filosofia di cucina dei ristoranti stellati di famiglia (Le Calandre di Rubano, il Caffè Quadri di Venezia e La Montecchia di Selvazzano). Nel loro dialogo Max e Raf accompagnano il lettore dietro le quinte per rivelargli il motivo delle scelte fatte.

È un viaggio tutto interiore per provare a vedere la cucina con la loro ottica, che si intreccia con la volontà di dare maggior spessore culturale al Made in Italy in cucina e con il racconto vivo dell’attività nel ristorante. Protagonista inaspettato di questo percorso di Fluidità è l'acqua, forse per la sua trasparenza singolare, che impedisce di vedere le cose chiaramente nella sua fluidità, rendendole continuamente diverse nonostante siano sempre le stesse. «L'acqua» svela Max «e la sua forza rigenerante diventano simbolo e mezzo per traghettare questo sentire in un viaggio che non conosce destino, se non quello di aderire alla corrente e divenirne parte come fa il bimbo nel grembo della madre». La seconda parte è fotografica: propone gli scatti in bianco e nero realizzati rigorosamente con macchina analogica da Wolfgang Wesener, in arte Wowe. Belle immagini anche nella terza sezione: sono le spettacolari foto (in questo caso a colori) dei piatti Alajmo, firmate dal brasiliano Sergio Coimbra. La parte più corposa è la quarta: 70 ricette inedite di Massimiliano. Prezioso il lavoro svolto dall’art director Filippo Maglione. Lo stesso che ideò con i due fratelli il fortunato “In.gredienti”.

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