Il preside dell’Alberti vieta le gite scolastiche: «Manca la sicurezza»

Michele Moscardi ricorda la tragica fine di due studenti, in particolare quella del liceale padovano Domenico Maurantonio. «Alcol e droga non c’entrano con i viaggi d’istruzione»
LEGGI / Tutti gli articoli sul giallo di Domenico
La sede dell'istituto Alberti: liceo scientifico e indirizzo tecnico-commerciale
La sede dell'istituto Alberti: liceo scientifico e indirizzo tecnico-commerciale

ABANO TERME. «Dopo i tragici fatti di Milano non mi sento in grado di garantire la sicurezza totale ai miei ragazzi, così ho deciso di bloccare per tutto l’anno scolastico le gite d’istruzione di più giorni».

Dopo le morti avvenute durante le gite scolastiche del padovano Domenico Maurantonio del liceo Nievo e di Elia Barbetti di Cecina il dirigente scolastico dell’Istituto Alberti di Abano, Michele Moscardi, ha deciso di prendere una decisione forte e clamorosa. «Dopo fatti del genere è giusto ripensare attentamente ai viaggi di istruzione», spiega il dirigente. «Dobbiamo pensare bene come organizzarle, per dare il massimo della sicurezza ai nostri ragazzi. Gli studenti devono poi prendere coscienza che i viaggi di istruzione sono un’attività scolastica, che nulla hanno a che vedere con le droghe e l’alcol, per quanto dalle indagini svolte all’interno della nostra scuola non siano emersi al momento problemi legati all’assunzione di droga. Il mio vuole essere un messaggio forte. I nostri ragazzi devono sentirsi totalmente responsabili durante le gite d’istruzione e per raggiungere questo scopo ho deciso di bloccare i viaggi di più giorni».

Moscardi tuttavia precisa. «Non saranno toccate da questo provvedimento le gite in giornata, che non presentano le stesse criticità in termini di sorveglianza di quelle di più giorni. Il problema durante i viaggi di istruzione di più giorni si presenta di sera, quando gli insegnanti non possono essere presenti in tutte le camere dei ragazzi. Restano confermati invece gli scambi e gli stage all’estero, che riguarderanno una trentina di nostri studenti».

Il messaggio del preside è forte. «Questa deve essere per tutti una pausa di riflessione. Vogliamo dare un messaggio forte ai ragazzi e alle famiglie. Dobbiamo capire in questo anno scolastico se sarà ancora possibile organizzare le gite, come farle e quale sorveglianza predisporre per garantire la sicurezza degli studenti. Meglio un viaggio d’istruzione in meno, ma i ragazzi tutti a casa e integri. La vita è una sola e non possiamo permetterci di perderne nemmeno una».

La reazione degli studenti dell’Alberti sembra per ora essere stata di comprensione. «Anche la rinuncia ha un valore educativo. Finora i nostri ragazzi per la verità si sono sempre comportati bene, ma un’azione di questo tipo a mio avviso serviva», conclude Moscardi. «I ragazzi hanno preso consapevolezza dell’importanza di tale decisione. Hanno un po’ mugugnato, ma poi hanno capito la rilevanza del messaggio che ho deciso di dare. Meglio prevenire che curare, questo è ciò che penso».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:scuola

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova