Il Vimm di Padova revoca la nomina al professor Pandolfi, pesa il caso molestie a Harvard

La riunione del cda dell'istituto di ricerca molecolare ha deciso, all'unanimità, la revoca dell'incarico al luminare italiano: "Mancata la trasparenza". La storia di un #MeToo tra Italia e America

PADOVA. Pier Paolo Pandolfi non sarà il nuovo direttore scientifico del Vimm di Padova. Al luminare italiano, accusato di molestie da una ricercatrice mentre era direttore del cancer center al Beth Israel di Harvard, è stato revocato l'incarico in modo unanime dal cda dell'istituto padovano.

Sulla decisione ha pesato la "mancata trasparenza" di Pandolfi, che non avrebbe informato i vertici del Vimm, ed in particolare il presidente della Fondazione Francesco Pandolfi, di questa vicenda.  

Partirà adesso la procedura per la scelta di un nuovo direttore scientifico, mentre per le prossime settimane è confermato l'interim al dimissionario Luca Scorrano. 

Il commento del rettore: «Siamo molto soddisfatti della decisione unanime presa dal Consiglio di Amministrazione del Vimm – afferma Rosario Rizzuto, Rettore dell’Università di Padova –. Una decisione che riafferma, ancora una volta, l’importanza di etica e rispetto per le donne come valore fondante del nostro ateneo e dell’intera società. Il Vimm esce da questa situazione come istituzione di ricerca autorevole e prestigiosa, com’è e come merita di essere riconosciuta.

Un luogo che guarda al futuro con la determinazione e la passione di tutte le sue ricercatrici e i suoi ricercatori e con il sostegno costante dell’Università di Padova»

Il caso. Il caso era scoppiato pochi giorni fa, con una lettera inviata dal comitato scientifico dell'istituto che minacciava un'azione fortissima: dimissioni di massa qualora Pandolfi avesse assunto l'incarico di direttore scientifico.

Un gesto plateale, fragoroso da parte di tanti esponenti del gotha mondiale della ricerca medica, che rende pubblico un malumore presente da settimane per la designazione assunta dal presidente della Fondazione, il professor Francesco Pagano. L’annuncio delle dimissioni in massa è arrivato con una lettera del presidente dello scientific advisory board Wolfgang Baumeister, biologo tedesco direttore del Max Planck Institute.

Video. Così lo aveva difeso il presidente VIMM; Pagano

Caso VIMM, Pagano difende la scelta di Pandolfi a capo del Comitato scientifico

«È uno dei più grandi ricercatori al mondo. Questo crea un scompiglio e malumori. Il comitato scientifico si dimette? Sono scelte loro, sarebbe comunque scaduto a fine anno». Forse una punta di amarezza, ma anche molte determinazione: Francesco Pagano, il creatore del Vimm e presidente della Fondazione che lo gestisce, non fa nessun passo indietro.

Tutt’altro. Liquida come «illazioni» le accuse contro Pier Paolo Pandolfi e attende la fine del lockdown negli Usa per accogliere il nuovo direttore scientifico, che avrà il compiuto di nominare il nuovo board.

Il caso Pandolfi era stato sollevato dalla dimissioni in massa dei 12 componenti del comitato scientifico internazionale, che avevano protestato contro la nomina sollevando "ombre" sull'allontanamento di Pandolfi da Harvard. Lo stesso Pandolfi aveva poi ammesso il caso parlando però di un "episodio marginale, un misfatto di natura romantica e non sessuale".

E' stata proprio questa difesa ad accentuare il malumore del mondo accademico, legato a doppio filo con l'istituto veneto di medicina molecolare (Vimm), braccio operativo della fondazione biomedica avanzato.

Lo stesso rettore del Bo Rosario Rizzuto aveva utilizzato parole dure sul caso. Da Padova deve arrivare un segnale al Paese, è convinto Rizzuto. Che non ha apprezzato la difesa di Pandolfi. Un passaggio in particolare: la differenza tra la puntigliosità e la serietà di Harvard con una diversa sensibilità italiana. «La nostra università non ha un’attenzione inferiore a nessuno su questi temi. È una cifra di questo ateneo così come, personalmente, del mio rettorato». Dunque l’inchiesta per molestie su Pandolfi apre un caso: «Senza giustizialismo, ma è un elemento che esiste. Prima era chiacchiericcio, ora non più»

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«Sul rispetto di certe regole l’Azienda ospedaliera non ha criteri diversi da Harvard». Anche Luciano Flor, il direttore generale dell’Azienda che siede anche nel consiglio di amministrazione della Fondazione che gestisce il Vimm, si schiera per una linea dura nei confronti di Pandolfi. E lo fa sulla linea del rettore del Bo Rosario Rizzuto: sul rispetto e sulla libertà delle donne non può esserci alcuna differenza tra una prestigiosa università americana e gli enti italiani. Qui non si minimizza.
 
«L’ambizione di stare su certi livelli comporta certe responsabilità – aggiunge Flor – Magari in molti altri campi le regole che valgono negli Stati Uniti sono diverse rispetto a quelle italiane, e la gente è disponibile ad accettarlo. Ma su questo aspetto no, non può esserci differenza».
 
Flor è nel cda della Fondazione del Vimm come uno dei due rappresentanti nominati dall’Azienda ospedaliera, assieme al direttore amministrativo Roberto Toniolo. Pur dovendosi occupare di altri problemi, come la realizzazione della nuova Pediatria in via Giustiniani e del grande progetto del nuovo ospedale, non mancherà di portare la sua voce nelle prossime riunioni. Anche l’Azienda ospedaliera infatti considera il Vimm un istituto d’eccellenza che va tutelato ad ogni costo

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