Interessi usurari e illegittimi «Mps paghi 255 mila euro»

Vincere contro una banca è difficile, ma non impossibile. Il giudice civile del tribunale di Padova, Giorgio Bertola ha stabilito l’applicazione di interessi usurari e anatocistici, di commissioni di massimo scoperto e spese non dovute da parte della banca Monte dei Paschi di Siena verso un’impresa che opera nel campo delle coperture edili civili e industriali. Ha quindi provveduto a ricalcolare il saldo del conto corrente riconoscendo un credito in capo all’azienda cliente pari a 255.469,18 euro. La banca è stata anche condannata alla rifusione delle spese di lite e di consulenza tecnica. Una vittoria di non poco conto per l’azienda, che ha la sede legale nel Veneziano e lavora molto in città e provincia e il suo avvocato Glauco Susa. Anche perchè il giudice «preso atto dell’accertamento che al rapporto di conto corrente sono stati applicati interessi usurari, dispone la trasmissione degli atti al pubblico ministero». Quindi il fascicolo potrebbe avere un risvolto penale, seppur ancora ipotetico. Il conto in questione era affidato ed era utilizzato dall’impresa per lo svolgimento della propria attività, c’erano quindi in essere dei fidi.
la contestazione
Il ricorrente è ricorso al tribunale per veder dichiarata la nullità, per difetto di forma scritta del contratto di conto corrente bancario per corrispondenza in essere. Ha quindi chiesto la rideterminazione del saldo, puntando a riavere in conto i 255 mila euro che c’erano a credito nell’agosto del 2017, anche se la contestazione complessiva riguarda anche periodi anteriori. La consulenza del ctu, accolta - seppur non integralmente - dal giudice, reclamava la nullità delle clausole di determinazione degli interessi anatocistici, delle commissioni di massimo scoperto, delle spese e remunerazioni a qualsiasi titolo pretese dalla banca convenuta sul conto corrente. Al ricorso si era opposta la banca, ritenendo tutte le domande e richieste risarcitorie, infondate e irrilevanti. L’azienda ha sottolineato di avere intrattenuto negli anni, con Mps, una serie di rapporti bancari, di conti correnti e anticipazioni, aperti senza condizioni economiche stabilite, privi della sottoscrizione della banca, con applicazione di anatocismo e di usura.
documenti omessi
Il giudice imputa alla banca delle omissioni, anche in merito al dovere di conservazione di documenti e estratti conto che non ha prodotto. Non c’è nessuna esenzione legata al fatto che siano trascorsi più di 10 anni dall’accertamento. Nella sentenza inoltre si ritiene infondata l’eccezione della banca che reclama l’inammissibilità dell’azione visto che il conto corrente era ancora aperto. La richiesta del mero ricalcolo del saldo è legittima anche con il conto aperto. Mps dovrà pagare 14 mila euro di spese. —
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