Isola venne separata dal Brenta sempre rimasta fedele alla città

Gli ottocenteschi “drizzagni” (raddrizzamenti) delle anse del Brenta, nel 1856, tra le sponde di Cadoneghe e Torre, isolarono Volta di Brenta vecchia (detta Isola di Torre): il “drizzagno” ebbe come...

Gli ottocenteschi “drizzagni” (raddrizzamenti) delle anse del Brenta, nel 1856, tra le sponde di Cadoneghe e Torre, isolarono Volta di Brenta vecchia (detta Isola di Torre): il “drizzagno” ebbe come risultato che una porzione di territorio si trovò separato dal resto della città e le due sponde non furono mai collegate.

Isola di Torre è sempre rimasta nella municipalità padovana (da ultimo, una quindicina d’anni fa, con un referendum, la cittadinanza ha scelto di stare con Padova rinunciando ad annettersi a Cadoneghe), benché per raggiungere l’Isola da Pontevigodarzere, una volta oltrepassato il fiume e poi il Muson dei sassi, si deve uscire dal territorio comunale: si segue l’argine oltre il ponte oppure si percorre via Gramsci, svoltando a destra poco prima della chiesa di Mejaniga.

L’abitato è concentrato soprattutto nella parte Nord; tuttavia è la zona sud-est a preoccupare di più perché su di essa incombono ipotesi di cementificazione, sia residenziali sia di un’importante viabilità alternativa per congiungere Padova alla strada del Santo. Nei fatti poi chi abita ad Isola si serve quasi completamente dei servizi del comune di Cadoneghe, ma è costretto a “battere cassa” a palazzo Moroni per, ad esempio, le fogne. L’assessore Andrea Micalizzi, nel terzo mandato Zanonato, ha finalmente sbloccato un lavoro atteso da anni e che ha decretato la fine degli allagamenti per questo pezzetto di Comune. (e.sci.)

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