La città piange Claudio Sinigaglia vicesindaco e consigliere regionale
«Hai servito la città con impegno, dedizione e capacità encomiabili. Hai interpretato l’impegno politico con onestà e sempre alla ricerca del bene comune». Probabilmente sono le parole di Margherita Miotto, che si rivolge per un’ultima volta direttamente a lui, a sintetizzare al meglio il lungo impegno politico di Claudio Sinigaglia, morto ieri a 62 anni all’ospedale di Padova dove era ricoverato da alcune settimane per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Lascia la moglie Roberta e i figli Edoardo, Gregorio e Virginia, che hanno ringraziato per i numerosi messaggi di cordoglio di chi, da Padova a Venezia, ha condiviso con Sinigaglia un lungo tratto di strada. «Claudio ha raggiunto la vita di molti, ma non pensavamo che le avesse toccate così profondamente. Un grazie a tutti davvero di cuore da parte della famiglia», hanno scritto su Facebook. «Perdo un uomo e un amico che ho sempre stimato molto. Provo un dolore profondo e l’unanime cordoglio per la sua prematura scomparsa sottolinea meglio di tante parole il suo spessore umano e politico», è l’omaggio del sindaco Sergio Giordani.
gli esordi
Nato a Padova l’8 marzo 1958, Sinigaglia si laurea in Filosofia e diventa insegnante di materie letterarie al Da Vinci in via Giovanni Da Verdara. Animatore dell’Azione cattolica, è stato giocatore, allenatore, dirigente e presidente della polisportiva Victor di Chiesanuova, quartiere che diventerà la sua grande riserva di voti. Nel 1985 la prima esperienza politica nel Consiglio di quartiere 11 – Brentella – periodo nel quale diventa anche coordinatore della commissione Sport. «Fin dai tempi della sua prima esperienza nel Consiglio del “suo” quartiere», ha ricordato ieri Giordani, «Sinigaglia è stato l’esempio di un impegno politico genuino e onesto, sempre vicino alle persone, alle loro necessità e ai loro diritti fondamentali. Molto significativa la sua attenzione per il sociale e le fasce più deboli della popolazione». Una attenzione che è diventata centrale dopo il salto a Palazzo Moroni, dove entrò per la prima volta nel 1990 eletto nelle fila della Democrazia Cristiana. Sono gli anni di Tangentopoli e della fine della Balena Bianca. Sinigaglia non ha esitazioni e si schiera al fianco di Rosy Bindi, nominata segretario del Partito popolare in Veneto, e contribuisce alla nascita del centrosinistra che nel 1995 vincerà le elezioni.
il vicesindaco
Con l’arrivo di Flavio Zanonato al vertice di Palazzo Moroni, Sinigaglia è nominato assessore allo Sport, al decentramento e alla casa. Sono gli anni del Padova in serie A e dello stadio Euganeo. Esperienza che si conclude traumaticamente nel 1999 con la vittoria di Giustina Destro. Nel frattempo viene nominato segretario cittadino della Margherita e in questa veste contribuisce alla riscossa del centrosinistra che, sempre con Zanonato, si prende la rivincita nel 2004. Diventa vicesindaco e nuovamente assessore al Sociale e allo Sport, incarico quest’ultimo che lascia quando viene eletto consigliere regionale. «Ci eravamo avvicendati come assessori allo sport nel 2010», ha ricordato ieri Umberto Zampieri che ne raccolse il testimone, «non mancarono punti di vista diversi, ma non mancò nemmeno la voglia di lavorare insieme. Con Ivo Rossi e Flavio Zanonato inaugurammo il Palaindoor della Città di Padova: un’opera che lui aveva avviato e che abbiamo concluso nel 2013. Ricordo ancora la nostra soddisfazione».
a venezia
Nel 2010 è iniziata la sua nuova avventura a Venezia come consigliere regionale: vicepresidente della V commissione (assistenza, igiene, sanità e sicurezza sociale) e membro della VI commissione (materie: attività culturali, istruzione e assistenza scolastica, ricerca scientifica, sport e turismo). Da qui ha contrastato le politiche sulla sanità decise da Zaia nell’ultimo decennio. Sempre in maniera concreta e mai ideologica. «Sapeva sempre farsi ascoltare e fornire spunti costruttivi di riflessione. Innamorato di Padova e del suo Veneto, attivissimo sul fronte della sanità», gli ha riconosciuto ieri il governatore Luca Zaia, «l’ho conosciuto su posizioni differenti nelle idee e negli schieramenti, tuttavia laico e capace di una politica costruttiva, mai sterile». Una voce che mancherà.—
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