La compagnia Emirates a Padova cerca assistenti di volo: selezione blindata

PADOVA. «Mi dispiace davvero molto, ma non potete entrare. Nemmeno fotografare. Né la sala, né gli aspiranti steward ed hostess. Sono ragioni di sicurezza». È tutto blindatissimo. La compagnia aerea Emirates Airlines ha pubblicato il calendario dei nuovi Cabin Crew Open Day 2019. Sono le selezioni in Italia per lavorare sugli aerei del Gruppo. Il ritrovo è al Crowne Plaza alle 9 di ieri mattina.
Si sono presentati in una cinquantina e nessuno ha intenzione di parlare: tutti temono sia messa in discussione la propria candidatura. E siccome la posta in ballo è di quelle importanti, meglio tenere la bocca chiusa. Emirates Airlines è la compagnia aerea internazionale degli Emirati Arabi Uniti.
Ha sede principale a Dubai e fa parte di The Emirates Group. Nata nel 1985, è di proprietà del Governo di Dubai. Dispone di una flotta di oltre 240 aeromobili; impiega più di 100 mila collaboratori; vola verso 160 destinazioni in 80 paesi diversi. Al momento è in forte crescita e pronta ad assumere assistenti di volo. I Cabin Crew Open Day sono giornate dedicate al reclutamento, che fanno tappa in varie città.
stipendio da 2 mila euro. Durante questi eventi i responsabili delle risorse umane presentano l’azienda e incontrano i candidati per valutarli. Lo stipendio si aggira intorno ai 2.000 euro al mese. Poi ci sono i benefit: il reddito è esentasse; a disposizione dei lavoratori ci sono alloggi condivisi gratuiti a Dubai; gli spostamenti da e per il luogo di lavoro sono gratis; sono previste copertura medica e dentistica e sconti per lo shopping e lo svago a Dubai; infine le agevolazioni di volo sono rivolte anche alla famiglia.
Uno scenario attraente, ma i requisiti richiesti sono altrettanto inflessibili: almeno 21 anni; portata del braccio di 212 centimetri in punta di piedi, cioè la lunghezza del corpo con il braccio allungato per raggiungere gli equipaggiamenti; altezza non inferiore a 160 cm; fluente conoscenza (scritta e parlata) dell’inglese, la conoscenza di altre lingue straniere è considerata un plus; idoneità fisica; assenza di tatuaggi in parti del corpo visibili indossando l’uniforme; adattabilità; atteggiamento amichevole e predisposizione ad aiutare gli altri.
La reclutatrice è irremovibile: «il nostro personale di bordo non può essere fotografato per ragioni di sicurezza», ripete. Un’occhiata veloce alla sala tuttavia restituisce una conferma dell’immaginario di hostess e steward: alti, magrissimi, uomini in giacca scura, donne in tailleur e capelli rigorosamente legati in chignon o coda di cavallo. Eppure il rigido sistema finisce per deludere qualcuno.
Chadlia Elway era arrivata da Brindisi per la selezione, ma è stata messa alla porta. «Per la seconda volta», racconta, «ieri (sabato, ndr) ero a Napoli, al reclutamento in Campania. Mi hanno mandata via perché – dicono – ho un tatuaggio, ma non è vero. Probabilmente hanno pensato che avessi le sopracciglia tatuate, ma è solo matita. Alla fine mi hanno cacciata dicendomi che non potevo presentarmi a due selezioni della stessa Cabin Crew».
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