LA STORIA / Maurizio, la vita in barca del “guardiano del fiume”

BASSANELLO. Dicono di lui che abbia un temperamento vivace, forte, com’è normale tra chi va per acque. Qualcuno lo crede un eremita, ma in realtà ama la compagnia, e accoglie con un sorriso chiunque lo vada a trovare. Alla PadovaNuoto, dove lo conoscono bene, è considerato un gradito vicino di casa: quando il livello dell’acqua diventa preoccupante nessuno ha informazioni più affidabili di lui. Da circa due anni si è definitivamente stabilito sul fiume, in un’ansa poco oltre il Bassanello.
Maurizio Destro è un pescatore fluviale, l’ultimo rimasto in tutta Padova e provincia. L’unico ad andare ancora in barca, con le reti, che necessitano di un’autorizzazione particolare. Si definisce «un pescatore d’acqua dolce», ma è anche un attento guardiano delle nostre acque ed un fedele custode della storia cittadina. Periodicamente controlla le chiuse e fa il giro dei fiumi: attraversa il Piovego, il Bacchiglione, il canale Brentella. «Verso Battaglia Terme c’è una conca alta 9 metri» racconta, «ci passo tre o quattro volte l’anno, solo per farla aprire, perché ho paura che la chiudano. È una delle più grandi e più belle, chiuderla per inutilizzo sarebbe un delitto».
Dei fiumi conosce ogni angolo ed ogni frequentatore, nei suoi racconti s’intrecciano memoria storica e leggende: «si dice che ci sia un tesoro sul letto del fiume» racconta, «perso da una nave proveniente da Este. È successo nell’Ottocento, e per molto tempo i sabbionari hanno setacciato il fiume alla ricerca dell’oro. Oggi i sabbionari non esistono più, non c’è nemmeno più la sabbia». Il fiume, fino a non molto tempo fa, era frequentatissimo. Oggi, non è più così. Un po’, secondo Maurizio, per questioni di sicurezza, e un po’ perché «l’acqua va sentita» e forse ci siamo disabituati perfino a vederla. Un peccato, perché «le nostre acque, oggi, sono più pulite di trent’anni fa. Non abbiamo più gli scarichi industriali e alcune sostanze inquinanti, come il ddt, non si usano più. La riprova è che i fiumi si stanno ripopolando, e il nostro pesce è pregiatissimo».
Le anguille di Maurizio costano una ventina di euro al chilo, contro i sei o sette di quelle “foreste”. L’eremitaggio fluviale non lo esclude dal mondo: ha la linea internet ed un profilo facebook, dal quale condivide le foto delle sue navigazioni, spesso in giro per la città. Sono tramonti, scorci, ponti, balconi sul fiume traboccanti di fiori. Piccoli capolavori immortalati da una prospettiva sconosciuta, che restituisce il lato più affascinante di una splendida Padova nascosta.
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