La villa con piscina di Lucilla Schiavo è un bed&breakfast

Evasione fiscale a Vigodarzere: accertamenti della Finanza sulla padrona di casa che riscuoteva 14 affitti in nero

La villetta elegante, il giardino ben curato e la piscina circondata da sedie bianche e da un’altissima siepe impenetrabile. Vicino al cancello la targhetta indica che quello è un bed and breakfast, dove si può sostare con pernottamento e prima colazione, concedendosi un tuffo rilassante in piscina.

Ma quella graziosa villetta nella frazione di Terraglione di Vigodarzere, è anche la casa di Lucilla Schiavo, che la Guardia di Finanza indica come la signora che, pur avendo dichiarato di essere indigente, possiede la villa e 14 appartamenti sparsi nel territorio. Al medesimo indirizzo figura anche la sede legale della società del figlio, che meno di un mese fa ha pubblicato in siti internet dedicato agli annunci immobiliari la messa in vendita e in affitto di due appartamenti in via Roma, a Vigodarzere. E il figlio, come sta scritto bene in grande nella targhetta a fianco del cancello, vive con la madre. In rete ci sono ancora le immagini dell’interno del piccolo appartamento in via Roma, ammobiliato con gusto, ampiezza 55 metri quadrati (per sapere quanto al mese occorre telefonare al figlio della signora) e anche l’annuncio della vendita di un appartamento poco più grande (sono 65 metri quadrati), sempre in via Roma, bel balcone con affaccio sul verde. La donna e il figlio non rispondono al telefono né si fanno trovare in casa: in effetti, il caso della signora che chiedeva esenzioni e riduzioni perchè indigente e poi possedeva beni immobili da cui traeva un profitto (assolutamente sconosciuto alla Finanza), ha fatto rapidamente il giro d’Italia, rimbalzando su siti internet e testate giornalistiche dell’intera penisola.

Ad arrivare alla donna sono state le Fiamme Gialle, nel corso di un’indagine per evasione fiscale, grazie al protocollo che il Comune di Vigodarzere ha stilato con l’Agenzia delle Entrate che consente alla Guardia di finanza di fare degli accertamenti fiscali sulle persone che richiedano un contributo economico o di poter avere la riduzione delle tariffe. E in cambio il Comune avrà la compartecipazione ai tributi evasi che, nel caso della signora in questione, si parla di affitti non dichiarati per 220 mila euro. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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