Lega Nord nella bufera: Umberto Bossi si è dimesso

PADOVA. Umberto Bossi ha presentato le proprie dimissioni da segretario della Lega. Lo scandalo di «Padanopoli» ha travolto irrimediabilmente il Carroccio. La spaccatura tra il «cerchio magico» e l’ala maroniana diventa così una vera e propria resa dei conti.
Le dimissioni sono ''irrevocabili'', la guida del partito viene affidata ad un triumvirato composto da Maroni, Calderoli e Dal Lago che manterranno l'incarico molto probabilmente fino al congresso. "Mi dimetto per il bene del movimento e dei militanti. La priorità è il bene della Lega e continuare la battaglia". Sono le parole di Umberto Bossi, secondo quanto riferito da Matteo Salvini, al termine della riunione, su Radio Padania. Bossi è stato nominato presidente della Lega, riferisce ancora Salvini, "da un consiglio federale commosso. Nessuno ha chiesto le dimissioni di Bossi, lui è arrivato già convinto, con una scelta decisa e sofferta".
Il consiglio federale ha nominato il deputato vicentino Stefano Stefani nuovo amministratore del partito. Sarà indicata una società esterna di certificazione del bilancio.
I più stretti collaboratori raccontano di un Bossi sconvolto dall'inchiesta della magistratura sul Carroccio. La sua creatura, che rischia di frantumarsi, lo ha spinto martedì notte a cercare di smentire le accuse sui soldi del partito utilizzati per «foraggiare» la sua famiglia. Ma senza la consueta spavalderia che contraddistingue il Senatùr, scivolato prima su una dichiarazione in «stile Scajola» («Denuncerò chi ha usato i soldi della Lega per sistemare la mia casa»), rettificata poco dopo: «Non sono mai stati usati quei soldi per ristrutturare la mia casa». Caos, disorientamento, il popolo leghista che urla la propria rabbia all’indirizzo del tesoriere Belsito, i magistrati, il premier Monti. E poca chiarezza all’interno del partito ha portato al passo definitivo delle dimissioni.
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