Maxi sequestro di uova nell’azienda Lago la data era taroccata

CITTADELLA
Lo slogan è “Uova Lago, freschezza veneta”. Ma di quella freschezza i carabinieri per la Tutela agroalimentare di Parma ne han trovata meno di quella che pensavano. Il motivo? Ben 15.630 uova e 55 etichette sono finite sotto sequestro nell’azienda cittadellese fondata negli anni ’60, che rifornisce la grande distribuzione.
Peccato che la data di deposizione indicata nelle uova sequestrate il 20 giugno scorso fosse quella del 21 del mese, ovvero l’indomani: l’etichetta corrispondeva al giorno successivo rispetto a quello del controllo. Così i tre soci comproprietari dell’Azienda Agricola Lago con sede a Cittadella nella frazione di Laghi, in via Pani, sono indagati per concorso in tentata frode nell’esercizio del commercio. Si tratta del patron Alfonso Lago, 72 e dei figli Alberto, 48 e Alessia, 49. Desolato il capofamiglia: «È tutta colpa della richiesta da parte della grande distribuzione di avere sempre prodotti freschissimi».
Il sequestro è stato convalidato dal gip padovano Margherita Brunello su richiesta del pm Benedetto Roberti, che coordina l’inchiesta.
È il 20 giugno quando i carabinieri che si occupano della sicurezza di quello che arriva nei nostri piatti, si presentano. A colpo sicuro: c’è una soffiata che ha raccontato quando accade nella ditta che vanta nel sito di offrire «ogni giorno uova freschissime...». Il controllo è sulla tracciabilità e rintracciabilità delle uova prodotte, confezionate e vendute. Nel centro di imballaggio il confezionamento è iniziato alle 7. I carabinieri verificano il numero dei lotti e la data di deposizione delle uova: è quella del giorno successivo, il 21.
Ad Alfonso Lago non resta che ammettere. E lo fa, giustificandosi con la pressante richiesta dei supermercati: insomma questione di stare al passo e di non essere divorati dalla concorrenza. Il risultato è che il cliente viene ingannato, credendo di comprare uova appena “sfornate” dalla gallina. E la freschezza veneta, va a farsi benedire. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova